Palmeri su Linterista.it: "Cosa non funziona nell'Inter a pochi giorni dall'esordio in campionato"
Nonostante la giusta frenesia del proclamare la griglia di partenza del campionato alla vigilia del debutto, personalmente la mia regola eterna che rispetto da sempre è sputtanarmi con i favoriti solo all’indomani della chiusura del mercato. Perché insomma quasi mai cambiano gli equilibri, ma ritengo semplicemente non serio dare una previsione su qualcosa che ancora non è a bocce ferme.
Dunque non mi pronuncerò ancora su cosa possa o non possa fare l’Inter, tuttavia non posso che sorprendermi nel vedere i bookmaker e anche qualche addetto ai lavori (ma non troppi a dire il vero) indicare l’Inter come naturale favorita per lo scudetto.
E’ vero che è la finalista di Champions, ma ha pur sempre preso 20 punti dal Napoli. E soprattutto rispetto a tutte le altre, magari rimaste immobili, è stata invece stravolta profondamente nei cambi e in tre elementi titolari. Ultimo ma sicuramente non meno importante, le manca ancora il diavolo di centravanti titolare, che a questo punto difficilmente arriverà se non sottoforma di terza scelta.
Se poi andiamo oltre le premesse fredde sulla carta, ci sono le indicazioni del campo. 08Stavolta l’Inter rispetto all’anno scorso ha evitato il collaudo finale contro una pari grado (anche perché tutti i campionati maggiori sono iniziati con coppe e campionato), ma anche nel test di importanza relativa contro l’Egnatia è sembrato vedere la cronicità di alcuni problemi.
In difesa senza Acerbi mancano automatismi, e in verità De Vrij rimane dove era stato, ovvero accettabile rincalzo ma non più in grado di partire titolare.
Il centrocampo ha un problema grosso nell’essere compatto nel fare filtro e nell’accompagnare la manovra dal basso senza farsi tagliare fuori dagli intercetti della prima linea di pressing.
E in avanti Marcos Thuram si è sbattuto con generosità ma adesso è venuto il momento di girarsi dall’altra parte e puntare la porta.
In generale l’Inter è sempre sembrata morbida, troppo superficiale nell’approccio, sicura di confidare nella propria capacità di proiezione, cosa che sistematicamente è successa, e non a caso rimane intatta la faciltà e la contundenza del gioco creato. Ed effettivamente ha sempre ribaltato il risultato. Ma non puoi campare di recuperi.
Insomma al di là delle lacune a compartimento stagno, l’Inter più di tutto deve stare attenta al fattore di conseguenza psicologico: la consapevolezza di essere vice campioni d’Europa serve se si impone la propria potenza, ma diventa controproducente se l’Inter si vizia con il pensiero di essere presto o tardi capace di recuperare.
Ricordate: con l’avvio senza big-match a disposizione, vincere è d'obbligo