2 dicembre 1993, ucciso Pablo Escobar. Ex presidente dell'Atletico Nacional (e narcotrafficante)
Chi dice che nel calcio non contano i soldi, dice una falsità. Ed è così che Pablo Escobar, il narcotrafficante più conosciuto di sempre, è diventato il presidente dell'Atletico Nacional. Con i soldi si compra tutto: squadre, calciatori, favori, anche arbitri a volte. Così alla fine degli anni novanta l'allenatore è Francisco Maturana, una leggenda del calcio colombiano, con in porta René Higuita e in difesa Andrés Escobar. I boss dei cartelli di Calì e Medellin li buttano nel calcio per ripulirli. Escobar è il settimo uomo più ricco del Mondo nel 1987. Nel 1990 l'arbitro uruguaiano Cardellino denuncia alla Conmebol un tentativo di corruzione per Nacional-Vasco Da Gama: la partita viene fatta ripetere. Il Nacional ha vinto la Libertadores l'anno prima, perdendo poi l'Intercontinentale contro il Milan.
I soldi facevano avere ai giocatori colombiani stipendi da Europa. Nel 1992 il Parma vuole prendere Tino Asprilla, Escobar da La Catedral - la sua prigione a Envigado - dà il benestare per la sua cessione per 3 miliardi e 750 milioni. Per capire la forza di Escobar si possono rileggere le parole di René Higuita quando andò a trovarlo proprio in prigione. "Un giorno lo andai a visitare nel carcere di La Catedral e questo mi segnò agli occhi dell’opinione pubblica. Escobar è stato anche un membro del Congresso, ma quando iniziarono i guai con la polizia finirono in mezzo anche i suoi amici. Mi arrestarono con l’accusa di aver fatto da mediatore durante un rapimento avvenuto poco prima ma, dopo otto giorni, mi dissero che non mi avrebbero incriminato se gli avessi consegnato Pablo. Io risposi che non sapevo nulla e che, anche se avessi saputo, non avrei detto nulla. Era compito delle autorità, non mio".
Il 2 dicembre del 1993 una squadra colombiana di sorveglianza, il Bloque de busqueda, triangola la sua posizione. Circondato, apre il fuoco cercando di scappare dai tetti delle case adiacenti. Escobar viene raggiunto dai proiettili - uno mortale alla testa - e muore nello scontro a fuoco. Finisce così l'epopea del più discusso presidente degli anni ottanta-novanta in Sudamerica. Anche se più per altro che per il calcio.