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Salernitana, Valentini: "Speso più di quanto previsto, ecco tutti i retroscena di mercato"

Salernitana, Valentini: "Speso più di quanto previsto, ecco tutti i retroscena di mercato"TUTTO mercato WEB
© foto di Luca Esposito
Oggi alle 10:49Serie B
di Luca Esposito

Di seguito le dichiarazioni del direttore sportivo della Salernitana Marco Valentini nella conferenza stampa post mercato che si è tenuta quest'oggi:

9 operazioni in entrata, 9 in uscita. Si poteva fare qualcosa in più sul mercato e quanto è stato investito?
"Voglio fare una piccola premessa. Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato in un mese così intenso. La situazione di classifica ci imponeva di fare due cose: partire subito forte per mettere a disposizione del tecnico le risorse necessarie e poi operare anche in uscita. Ringrazio la proprietà, l'amministratore delegato, la segretaria. Da solo non sarei riuscito a fare questo tipo di lavoro, è stato intenso anche dal punto di vista fisico. Io sono molto soddisfatto, l'obiettivo primario era quello di rinforzare l'organico è stato raggiunto. Sia sul piano numerico, sia qualitativo. A mio avviso ne usciamo più completi ed equilibrati, abbiamo agito in modo logico accontentando l'allenatore. Oggi Breda può modulare questa squadra al meglio, sia con lo schema iniziale sia con i correttivi da adottare in corso d'opera. Ieri un tifoso mi ha insultato perché non ho preso l'attaccante. A me viene da sorridere perché Cerri e Raimondo hanno portato in dote sei punti. A Milano sono salito in coscienza e con le entrate fatte al 90%, se avessi preso i nostri bomber l'ultimo giorno ci sarebbe stata una narrativa diversa e avreste parlato di colpi. Ci vuole rispetto non per me, perché mi cambia poco, ma per chi ha sposato la nostra causa mettendosi a disposizione 25 giorni fa. Il club ha fatto tanti sforzi, ve lo garantisco. Quanto alle cifre, non le ho svelate nella conferenza stampa di presentazione. Se pure fossi partito con 15 milioni di euro per Milano non sarebbe cambiato niente. Una trattativa richiede l'incastrarsi di tanti meccanismi: familiari, tecnici, tattici, umani. Ho fatto offerte importanti per alcuni giocatori che hanno preferito non venire. Ogni professionista decide con la sua testa e l'aspetto economico non è sempre prioritario. La proprietà ha fatto grossi sforzi, ma io ho spiegato da subito che l'obiettivo principale era rivitalizzare una parte di gruppo che non stava rendendo al massimo, colmando le lacune in tempo rapido. Parlare di soldi significa andare oltre il nocciolo della questione. Ho offerto il doppio a chi è andato altrove, c'è chi ha accettato di meno perché Salerno è una grossa occasione professionale. Per chi non lo vive in prima persona tengo a sottolineare che nel mercato è quasi marginale l'aspetto finanziario".

Però un difensore avete provato a prenderlo...
"Stavo facendo un'operazione con l'Udinese che non riguardava un solo giocatore. A livello numerico e di caratteristiche la difesa è ok, ma un club ha un dovere di guardare tutte le opportunità che si possono creare. Quella con Axel Guessand era una trattativa in proiezione futura, stavamo parlando di prenderlo in prestito biennale per poterci lavorare visto che è un 2004 che conosco da qualche anno. Gli avremmo dato sei mesi e poi sarebbe stato un rinforzo per la prossima stagione. Alle 23:40 eravamo pronti con le carte, nettamente in tempo. L'altro club non ha rintracciato telefonicamente il ragazzo e, da parte loro, ci sono stati dei ritardi. Alla fine, alle 23:58, si era incastrato tutto, ma l'Udinese ha avuto un solo minuto per fare il deposito ed è andata fuori tempo di due secondi. Non c'era urgenza di intervenire in difesa, chi è rimasto sta crescendo come condizione e come gioco".

Soddisfatto delle operazioni fatte a centrocampo?
"Quando si pianifica un mercato non è semplice dire "voglio quello, prendo quello". Ogni dirigente mette in preventivo 5-6 possibilità per reparto, Zuccon era uno di questi. Lo avevamo sempre valutato, dopo aver ragionato su quelli che avevamo a disposizione. Il centrocampo è completo, per caratteristiche e per numero, prendendo giocatori di quantità che prima forse non c'erano. Caligara e Zuccon abbinano quantità e qualità. Saric aveva le doti giuste per completare la rosa, ma non c'erano le condizioni. L'ho venduto io al Palermo, so quanto è stato pagato e qual è il reale valore del calciatore. A mio avviso la loro valutazione è assolutamente non in linea. Ho valutato i costi dell'azienda, l'impatto sullo spogliatoio e l'effettiva necessità: abbiamo dunque virato su altri profili, congeniali sul piano tecnico-tattico. Zuccon, Caligara e Girelli hanno le peculiarità giuste".

Perché Henry e Russo non sono arrivati?
"Prima di partire per Milano la società mi ha dato disponibilità per completare l'organico. C'è la loro volontà di crescere e migliorarsi. Ci sono stati avvicinamenti con questi due calciatori, abbiamo avuto interlocuzioni con loro e con i loro entourage. Henry è stato avvicinato, abbiamo sentito lui ma ha avuto recentemente un grosso problema familiare e non se la sentiva di spostarsi per quattro mesi. A Palermo è chiuso, ma va rispettata la sua decisione. Per quanto riguarda Russo, abbiamo offerto il doppio di quello proposto da altri club. Tuttavia i procuratori hanno ritenuto di spostarsi in una squadra che garantisse maggiore minutaggio. Il ragazzo mi ha detto che con Cerri e Raimondo era quasi sicuro di giocare poco".

Lei aveva detto che Sepe sarebbe stato titolare e capitano, cosa è successo in corso d'opera?
"Con Sepe non ci sono stati problemi di alcun genere. Né discussioni, né niente. Avevo un dovere nei confronti della città, della tifoseria, del club, di tutti, ovvero migliorare questa rosa laddove fosse stato possibile. È capitata l'occasione di Christensen, inaspettata. La Fiorentina mi ha detto che era un calciatore in uscita. A quel punto ho parlato con Sepe, gli ho spiegato la situazione. A me non è mai successo che il mio portiere titolare non godesse della fiducia collettiva, si percepiva insoddisfazione. Non credevo che Christensen potesse scendere in serie B, ho chiuso tutto in 5 minuti".

Si è parlato di progetto triennale, ma arrivano solo prestiti...
"Io parlo di ciò che è accaduto dal mio arrivo in avanti. Io ho iniziato a fare questo mercato da ultimo in classifica, dovevo guardare all'immediato tenendo conto anche della percezione esterna. Certo, su qualcuno ci siamo riservati il diritto di riscatto. Con Caligara c'è addirittura un obbligo. Ora conta salvare la categoria".

Prenderete svincolati e cosa accadrà con Simy?
"Forse non ci rendiamo conto che abbiamo affrontato le tre squadre più forti del campionato, nessuno ci ha messo sotto in modo clamoroso. A Pisa non è stata una bella partita, ma credo che da parte di entrambe. Un mese fa eravamo quasi morti, oggi abbiamo dato le medicine giuste e dalla rianimazione dobbiamo passare alla passeggiata e poi alla corsa. Tutto questo per dire che l'allenatore e i calciatori meritano i complimenti perché comunque sono riusciti a conquistare sei punti. Non attingerò dagli svincolati, Simy entra in lista e starà con noi fino a giugno".

Ora tre scontri diretti...
"Momento importante, ma non decisivo. Ad aprile ci saranno gli scontri fondamentali che indirizzano la stagione, sia in alto e sia in basso. Siamo a cospetto di un bivio importante, con una rosa unita e un organico completo. Il club, lo staff e la dirigenza hanno fatto un bel lavoro in poco tempo, lo spogliatoio è compatto e ho sensazioni molto positive per l'armonia che c'è e per il lavoro quotidiano. Più saremo uniti, più sarà dura per gli altri".

Simy potrebbe rescindere o resta davvero fino a giugno?
"Sapete perfettamente come abbia affrontato le precedenti sessioni di mercato. Gli ho messo sul tavolo quattro proposte da club esteri, molto concreti. E' nel suo diritto rifiutarle, ci mancherebbe. Voi la storia e il percorso lo conoscete meglio di me, non mi sento di commentare. A fine campionato farà le sue valutazioni, poi per l'eventuale risoluzione c'è tempo. Nelle interlocuzioni avute in questo mese di gennaio si era parlato di rescissione, ce l'hanno proposta loro per primi. Se mi chiedi l'intero stipendio per poi restare a casa che senso ha?".

Come mai avete venduto Torregrossa?
"Avevamo fatto un discorso a inizio mercato, non era un calciatore che impattava molto sul bilancio e se fosse rimasto non ci sarebbe stato alcun problema. Nel giorno del primo allenamento fatto dalla Salernitana, ho detto a tutti che toccava a loro mettere in campo il meglio per spingermi a intervenire il meno possibile. L'arrivo di Cerri e Raimondo chiudeva un po' di spazi, è arrivata una proposta dalla B, lui era in scadenza e abbiamo chiuso l'operazione".

Aver parlato di 5 milioni di budget non può aver creato aspettative?
"Sorrido e non parlo di soldi. Ho avuto le risorse necessarie fino all'ultimo giorno, ma non era il caso di intervenire oltre. Ci sono stati prestiti, ma con diritto e obbligo. Chi è che nel mercato di riparazione fa investimenti sul futuro con una classifica non tranquilla? Non si tratta di un problema di progetto o di finanze, ma di logica. Un'ultima in classifica che rischia la serie C progetta? Lo Spezia, con Italiano, era ultimo ed è andato in A, la Juve Stabia era nei playoff e invece è retrocessa. All'Ascoli ero nei playout e ho fatto i playoff. A noi tocca sopravvivere nell'immediato, con un occhio al futuro. Ma non si possono fare investimenti milionari con acquisto dei cartellini in un contesto del genere, anche perché ora non te li vendono. Magari ci salviamo, Cerri si trova benissimo con noi e lo compriamo a giugno. La Salernitana era un malato grave, stiamo dando le medicine giuste per farlo correre. In estate si vedrà. Ma non è un problema economico. Raimondo ora non si può comprare: che faccio, non lo prendo?" La Juve fa i prestiti secchi, non può farlo la Salernitana?".

Soriano è stato in uscita?
"Non ci sono state trattative. Ottimo ragazzo, ottimo professionista, domenica ci darà una mano e lo farà anche fino al termine della stagione".

Qual è stata la trattativa più difficile?
"Direi Raimondo: lo volevano due squadre di A e otto di B. All'epoca ha fatto lo stesso ragionamento di Russo, voleva un club che gli desse la possibilità di giocare. C'erano tutti i presupposti: io lo seguivo da anni, Breda lo ha allenato, la piazza e la società sono prestigiose".

Avete speso più o meno del budget di cui si era parlato?
"Ho speso il giusto, senza dissanguare la società e più di quello che era stato previsto a gennaio".

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