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Evani: "Un onore essere alla Sampdoria. Le prossime sei gare saranno sei finali"

Evani: "Un onore essere alla Sampdoria. Le prossime sei gare saranno sei finali"TUTTO mercato WEB
giovedì 10 aprile 2025, 12:34Serie B
di Andrea Piras
fonte dal centro sportivo "Gloriano Mugnaini", Bogliasco (GE)

Giornata di presentazioni in casa Sampdoria. Il nuovo tecnico Alberico Evani ha parlato in conferenza stampa dal centro sportivo "Gloriano Mugnaini" di Bogliasco: "Per me è un onore poter portare in una società dove sono stato tanti anni fa. Nonostante venissi dal Milan, ho trovato un ambiente straordinario. I tifosi mi hanno sempre manifestato affetto. Quando mi hanno proposto questa opportunità non ci ho pensato due volte. E' chiaro che la squadra ha dei problemi, vorrei poterle aiutare tanto".

Che gruppo hai trovato?
"Devo dire che ho trovato un gruppo positivo. Dal primo giorno ho chiesto disponibilità e impegno. E in questi giorni devo dire che mi hanno sorpreso positivamente. E' una squadra che sta bene e vuol dire che è allenata. Ha una 'pesantezza' mentale. Però mi sembra che lo spirito sia quello giusto. Spero di aver visto bene, abbiamo ancora qualche giorno per poter lavorare. I ragazzi hanno consapevolezza che queste sei partite sono sei finali, ho detto ai ragazzi di aver fiducia in sé stessi e nei compagni".

Hai già individuato un modo per trovare l'equilibrio?
"Stiamo lavorando su un sistema di gioco che garantisca questo equilibrio dove tutti devono partecipare alle due fasi. Devono muoversi all'unisono, che sia una squadra compatta e che non conceda spazi agli avversari. E tutto allora diventa più facile. Stiamo lavorando. Nessuno è capace di fare miracoli in poco tempo ma mi affido alla disponibilità e all'intelligenza dei ragazzi. Manca forse quella 'sana ignoranza' che permette di arrivare, anche in maniera sporca, alla vittoria".

Come ti spieghi tutti questi risultati dilapidati?
"E' una squadra che, come detto prima, ha non tanti leader e nel momento di difficoltà si deprime. Fa delle cose belle ma alla prima difficoltà va un po' in difficoltà. Chiaro che c'è un avversario che crea problemi ma è quando vai in difficoltà che la squadra deve essere compatta, ordinata e aggressiva. Ci sono giocatori validi individualmente ma noi dobbiamo essere una squadra. Stiamo dando questo tipo di gioco. Il tempo è limitato, non abbiamo tanti margini di errore. Dobbiamo sfruttare ogni partita e sabato può essere quella che ci può permettere di lavorare con entusiasmo".

Sabato ci saranno più di 25mila spettatori.
"So che c'era un ambiente un po' ostile fra il pubblico e la squadra perché i risultati non davano soddisfazione. Mi hanno detto che sabato ci sarà un pubblico anche con un entusiasmo diverso. Questo deve essere una forza in più ma dobbiamo essere noi come squadra a trascinarli, a fargli capire che stiamo facendo di tutto per ottenere la vittoria e la salvezza. L'ho detto anche alla squadra: noi siamo in Serie B ma il pubblico della Sampdoria è da Champions League. Dobbiamo essere all'altezza. Mi auguro che gli sia scattata una molla e riusciamo a fare una bella prestazione".

Ti saresti mai aspettato di tornare alla squadra?
"Non me lo sarei aspettato. Mi sarebbe piaciuta un'opportunità, questa è una di quelle che mai avrei pensato di avere. Anche ieri al presidente ho detto che è quasi un regalo e io vorrei restuiuirlo alala società, ai tifosi e alla squadra. Ci impegneremo tutti per fare il massimo. Si dice, tutto è difficile prima di diventare facile".

Avete già ragionato su un modulo?
"In questi due giorni abbiamo lavorato su un sistema di gioco perché pensiamo di mettere i giocatori nelle migliori condizioni per rendere e avere anche uno sviluppo, sulla carta, importante".

Quanto è importante riportare un gruppo unito per tanti anni in una situazione del genere?
"Speriamo abbia lo stesso risultato e lo stesso peso che siamo riusciti ad ottenere con la Nazionale. E' proprio dall'amicizia che questo feeling deve automaticamente trasferirsi al gruppo squadra. Anche in Nazionale non eravamo i più bravi ma lo siamo diventati col lavoro e con questo spirito che c'era fra staff e giocatori. Eravamo un tutt'uno ed è quello che deve diventare ora. Ci auguriamo che questo serenità li possa aiutare per rendere i ragazzi più liberi".

Hai parlato con la squadra?
"In questi due giorni abbiamo cercato qualche alternativa. I numeri non coincidono al valore della squadra. Abbiamo cercato di lavorare con un sistema di gioco che dia più equilibrio alla squadra sia nella fase difensiva che in quella offensiva. Abbiamo due giorni per lavorare e migliorare quanto fatto in questi due giorni. Devo fare i complimenti ai ragazzi. Queste sensazioni che ho avuto in questi due giorni siano reali".

Il pensiero non può non andare a Vialli.
"Non solo per Luca ma anche per Mantovani. Stiamo cercando, oltre a dare un sistema di gioco che è importante, di dare l'atteggiamento. Trovare il gusto e il piacere di comandare il gioco e non subirlo. Sono tutti principi che cerchiamo. Non si possono fare miracoli ma la predisposizione dei giocatori mi fa ben sperare".

La figura di Roberto Mancini.
"E' un amico del presidente ma un amico della Sampdoria. La sente nell'anima e vederla in questa situazione gli fa male. Qualche indicazione è evidente sia arrivata anche da lui. Ci sta vicino. Lui spera che possiamo fare questa 'impresa'. Nel momento che mi è stata presentata questa opportunità non ho pensato neanche un secondo. Vorrei poter aiutare la Sampdoria ad uscire da questa situazione".

Niang e Coda possono giocare insieme?
"Come caratteristiche possono giocare insieme. Il problema è che Niang non si allena da due giorni. Dobbiamo valutarlo. Speriamo di averlo a disposizione per sabato. Ma sul fatto che possano giocare insieme non è un problema".

Avete creato un entusiasmo che non c'era da tempo. Cosa chiedete ai tifosi in queste ultime sei gare?
"Mi fa piacere l'entusiasmo. Non andiamo però in campo noi ma assicuro impegno, vedranno undici giocatori che daranno l'anima. Da parte loro mi aspetto il sostegno fino al 95' o 96' perché abbiamo bisogno di loro e loro devono sperare in noi che riusciamo a regalargli questo sogno".

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