Brignoli: "Felicissimo per Provedel. Che ricordi il mio gol al Milan"
Una lunga carriera in Italia, con campionati da protagonista assoluto e diverse parate importanti che gli valsero sin da giovanissimo l'etichetta del predestinato. Le luci dei riflettori si accesero definitivamente quando, nella sfida tra Benevento e Milan, regalò il primo punto ai giallorossi rovinando l'esordio in panchina di Gattuso siglando la rete del 2-2 al 95' di testa. Mica roba di tutti i giorni per chi di ruolo fa il portiere. La redazione di Tuttomecatoweb ha avuto il piacere di intervistare il numero uno del Panathinaikos Alberto Brignoli per parlare anche di futuro e per fare le carte all'attuale campionato di A:
Anzitutto come va la sua esperienza in Grecia?
"Qui al Panathinaikos mi trovo molto bene, ci sono tutte le componenti che servono per esprimersi al massimo. L'anno scorso abbiamo disputato un'ottima stagione, ma purtroppo non siamo riusciti a vincere lo scudetto. Qui c'è una formula particolare, le prime sei si sfidano tra di loro e, dopo una serie di gare, si decreta la squadra campione. Due settimane fa, invece, abbiamo perso i preliminari di Champions e ci ritroveremo in Europa League. Proveremo a riscattarci e a vincere qualcosa nell'attuale stagione. Qui è un club internazionale, nel nostro campionato equivaliamo all'Inter e al Milan in Italia".
Con lei gioca Vilhena, arrivato dalla serie A italiana...
"Ha iniziato bene, si è integrato al meglio. Non è facile per nessuno cambiare squadra e campionato. Ci possono stare alti e bassi, soprattutto in una prima fase, ma siamo sicuri che ci darà una grossa mano".
Arriviamo al gol del suo collega Provedel...
"Sono contentissimo per Ivan, anzitutto. Lo avevo sentito poco prima e gli avevo fatto l'in bocca al lupo, gli avrebbe fatto piacere ritrovarci contro in Champions League. Sono emozioni uniche, incredibili. Già gli era successo in una sfida tra Ascoli e Juve Stabia. Il movimento che fa è frutto di una lettura corretta della situazione, parte tre metri staccato dalla palla e poi gioca d'anticipo prevedendo l'atteggiamento del portiere avversario. E' vero che lo stacco è quasi da centravanti, ma nella dinamica dell'azione c'è molto dei segreti che ha imparato da numero uno".
Oggi il calcio moderno prevede tante novità per chi fa il suo ruolo, c'è costante partecipazione alla costruzione del gioco...
"A me piace molto. In passato si parlava genericamente di "portiere che sapesse giocare anche con i piedi". Oggi, invece, è una esigenza precisa, per qualche allenatore imprescindibile. Il portiere è il "10+1", è parte integrante del modulo, dell'azione, della preparazione della partita. Se uno staff tecnico è in grado di coinvolgere correttamente un portiere c'è davvero la possibilità di essere imprevedibili e di creare superiorità numerica".
Tornando ai portieri goleador. Lei cosa ha provato quel giorno al "Vigorito"?
"E' una cosa unica, non c'è nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo. Quando ho colpito la palla di testa ho capito che potesse essere una buona giocata, ma solo dopo 30 secondi capisci che è entrata in porta. E' bellissimo, è difficile da spiegare a parole. Sono sensazioni che ti travolgono e che fai fatica a descrivere".
Peccato che il Benevento, all'epoca in A, oggi si ritrovi addirittura in Lega Pro...
"Dispiace, penso che Benevento sia una città che vive di calcio, appassionata, con un presidente veramente di cuore e che tiene tanto ai colori sociali. Segue la squadra dappertutto, trasmette la sua appartenenza. Purtroppo, però, il calcio è questo. Il calcio di oggi insegna che non basta essere forti, incidono tante componenti e occorrono svariate caratteristiche. Sono sicuro che torneranno in alto, spero già quest'anno che festeggino il ritorno in B. A quel punto il Benevento sarebbe mina vagante per lottare per la A. Sono rimasto legato a quell'ambiente, sento ancora Letizia. Ma con tutti i miei ex compagni ho instaurato un buon rapporto".
Facciamo le carte al campionato. Chi vede favorita per lo scudetto e rischia la Salernitana in coda?
"Secondo me la Juventus è favorita. Non ha le coppe europee, questo fattore incide. Naturalmente l'Inter è altra squadra di altissimo livello, secondo me sarà testa a testa tra queste due big. Quanto alla lotta retrocessione, a Salerno c'è grande ambizione e stiamo parlando di una piazza importante. Tuttavia bisogna capire con obiettività le dinamiche interne e le potenzialità della rosa. Sono cambiati tanti giocatori, Sousa è partito dall'inizio e ci vuole tempo. Perdere 3-0 in casa col Torino è una bella botta, ma è con le dirette concorrenti che non puoi permetterti di sbagliare. La mia sensazione è che sia una squadra che può salvarsi, pur con una piazza alle spalle ambiziosa, che pretende tanto e che deve avere pazienza".
Le piace Ochoa?
"Lo avevo già seguito ai mondiali. Si nota la sua forza mentale. Non so quali dinamiche abbiano spinto la società a mandar via Sepe, è un buon portiere e oggi gioca per la Lazio. Ma anche Ochoa è competitivo. Possiamo dire di certo che la Salernitana non è una squadra che ha problemi tra i pali, è ben messa e può stare tranquilla sotto questo punto di vista".
Nel suo futuro vede il ritorno in patria?
"Qui sto molto bene. E' chiaro che pensi sempre con affetto al Paese nel quale sei nato e cresciuto, però per portarmi via da Atene nei prossimi anni e interrompere un'avventura di questo livello dovrebbe arrivare una proposta davvero interessante da parte di una società che mi veda come punto di forza di un progetto e non come comprimario".