Licari sulla Gazzetta: "Juve, Milan e Atalanta: dalla Supercoppa senza furore"
Un doppio pari che scontenta tutte e tre: Milan, Atalanta e Juventus, contro Cagliari, Udinese e Torino, ieri hanno ottenuto un punto a testa alimentando più i dubbi che i nuovi propositi.
Fabio Licari, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, analizza le due sfide dando una lettura legata agli strascichi degli impegni affrontati di recente in Arabia Saudita, estendendo l'analisi anche all'Atalanta: "Dalla Supercoppa senza furore" - scrive Licari - ". L’Atalanta completamente svuotata sembrava una squadra qualunque, distanze lunghe, contrasti molli, gambe lente: ai punti ha stravinto l’Udinese. La solita Juve non è riuscita a proteggere il vantaggio contro un irriducibile Toro da derby: poteva perdere, i dodici punti dissipati da situazione favorevole sono uno spreco che non può non avere conseguenze nella corsa Champions. Il Milan ha avuto forse il carattere ma non il cinismo dell’entusiasmante (e fortunato) doppio ribaltone di Riad".
Insomma, le fatiche d'Arabia si fanno sentire eccome per vari ragioni: "Tre pari, tre delusioni. Sicuro che viaggio, fuso orario, fatiche supplementari e stress psicologico abbiano condizionato le finaliste. Inevitabile quindi domandarsi se si adegueranno anche i nerazzurri, andando in gondola oggi a Venezia, oppure ci sarà una reazione d’orgoglio da grandi".
Oggi di scena Napoli ed Inter: "Il girone d’andata è al via, ma il Napoli che ospita il Verona, e deve gestire almeno dieci partite in meno dei nerazzurri (tra campionato, Coppa Italia, Champions e Mondiale per club), può cominciare a scavare una piccola distanza con le rivali. Conte ha costruito così tanti successi: punto su punto, gol su gol. Se l’Inter gioca bene sembra superiore a Lukaku e c., se rallenta riemergono i problemi. Di sicuro c’è un po’ di schizofrenia nei giudizi: fino al 2-0 all’Atalanta si celebrava la squadra più forte e affidabile del campionato, dopo il ko con il Milan ecco d’improvviso fragilità difensiva, seconde linee non all’altezza, ferocia perduta. La verità sta nel mezzo: i nerazzurri sono meno implacabili, e contro un avversario motivatissimo sono sembrati meno concentrati. Il Milan aveva già sconfitto i nerazzurri. Il Venezia ha perso 0-1 a San Siro, lasciando però tracce di gioco, carattere e l’idea che un pari non sarebbe stato scandaloso: il gol annullato a Sverko al 97’, un “mani” visibile solo tecnologicamente, è la spia della sofferenza.
Poi ancora sulla Juventus: La Juve soffre democraticamente con tutte e, se viene aggredita come ha fatto un bel Torino ieri, non ha l’autorevolezza per imporsi. Koop è ancora in versione Flopmeiners, segnali di vita da Yildiz e dal redivivo Douglas Luiz, gioco in involuzione. Per evitare che si materializzi una fuga a due, l’Atalanta non può che vincere martedì. Le inseguitrici cominciano ad avere il fiatone: la Lazio non s’è ripresa dal derby, la Fiorentina dalla perdita (psicologica e tattica) di Bove. E il Bologna, prima dell’Inter, deve fare l’esame a una Roma cui Ranieri ha restituito gioco, orgoglio e senso di squadra. C’è mezzo campionato per ribaltare tante gerarchie".