Leonardo Nascimento de Araújo, una vita al Milan per poi passare all'Inter. E poi tornare di nuovo al Milan

Leonardo Nascimento de Araujo è stato un grande calciatore. Eppure non in molti si ricordano la sua ascesa, le sue scelte da innovatore, la medaglia d'Oro ai Mondiali del 1994 quando giocava da terzino nella Seleçao e il ruolo di protagonista nella finale del Rose Bowl di Pasadena contro l'Italia gli venne tolto a causa di una gomitata a Tab Ramos, titolare negli Stati Uniti che incrociano il Brasile negli ottavi, con i verdeoro che se la cavano solamente con un 1-0 firmato da Bebeto. Oppure la Coppa Intercontinentale vinta contro il Milan nel 1993 con la maglia del San Paolo, il Flamengo di Tele Santana ma anche il passaggio ai Kashima Antlers, in Giappone, strana destinazione per chi ha appena vinto il Mondiale.
Nel 1997 il passaggio al Milan, per 18 miliardi di lire. Non una cifra da poco, visto che Ronaldo - passato all'Inter nello stesso anno - viene pagato 48, record assoluto. Con i rossoneri vince uno Scudetto, quello della sorpresa Zaccheroni, ma soprattutto diventa l'uomo in Brasile per Adriano Galliani e Silvio Berlusconi, andando a scovare un imberbe Kakà - pagato circa 8 milioni per portarlo a Milano - ma anche Alexandre Pato, l'uomo della speranza, il teenager più forte di tutti in quel momento. Anche grazie a questo diventa l'allenatore del Milan nel 2009, litigando subito con Gattuso in un derby in cui Seedorf era in ciabatte. Alla vigilia di Natale del 2010 invece prende il posto di Benitez, appena arrivato, e diventa il tecnico dell'Inter. Un tradimento che non viene visto di buon occhio, come era ovvio, fino alla partita Scudetto in cui il Milan vince 3-0 e detronizza l'Inter.
La risposta a chi gli dava del traditoree è in un'intervista di qualche anno più tardi, quando tornò a Milano da direttore tecnico del Milan, con risultati tutt'altro che straordinari. "Ma io penso che questo sia normale, capisco perfettamente, la mia decisione fa parte di una scelta personale di vivere un po' tutto di quello che può accadere. Quella partita contro il Milan fu caratterizzata da un ambiente particolare che si era venuto a creare, ma al Milan ho vissuto un’esperienza molto bella seppur alla fine, a causa di problemi personali, mi sono dovuto allontanare dal club. A quel punto ero completamente libero da ogni situazione, libero dunque di avere un buon rapporto con Massimo Moratti, il presidente dell'Inter. E 'stata una grande idea, lecita, e così ho accettato la sfida di passare all'Inter, che per me sinceramente è stata un’esperienza straordinaria. Le critiche non mi importano, io le rispetto. Un uomo che prende la decisione di passare ai rivali della stessa città paga un prezzo, non credo che sia ingiusto, è una cosa normale che fa parte di tutte le culture. Il mio rispetto per il Milan non cambia per questo, né tantomeno la mia passione per l’Inter".
Dopo l'esperienza in nerazzurro finirà al Paris Saint Germain, dove aveva già giocato da calciatore, diventandone il direttore tecnico per due volte. Pre e post Milan, anche qui da dirigente e non da allenatore. Ha vinto tanto, tantissimo, ha ammaliato il grande calcio anche grazie alla sua capacità di spiegare le cose, di vedere il calcio. E uno stile che quasi tutti gli riconoscono, un fascino speciale forse non compreso fino in fondo da tutti gli addetti ai lavori. Oggi Leonardo compie 54 anni.
