Jorge Martinez, il Malaka della Juventus: pagato poco meno di 500 mila euro a presenza

C'era una volta in cui il Catania sembrava un piccolo Barcellona. Perché se è vero che rapportare i due club assomiglia a una bestemmia calcistica, quello che è successo intorno agli anni dieci è stato straordinario. Una squadra con moltissimi sudamericani, per larga parte argentini, ma che facevano vedere un calcio divertente, spettacolare e remunerativo. Nel 2009-10 c'è un uomo copertina in particolare. Perché è vero che Barrientos regalava gioie, Maxi Lopez segnò 11 gol in mezzo campionato, ma a trascinare il gruppo ci aveva pensato Jorge Andres Martinez, uruguagio, un passato da bandiera nei Wanderers e un anno e mezzo brillante al Nacional di Montevideo, prima di arrivare in Italia.
Jorge Martinez in Sicilia si consacra anche grazie a un gol, in particolare. Ultimi minuti di Catania-Roma, al Massimino, con l'Empoli che sta vincendo sul campo del Livorno. I giallorossi sono in vantaggio per 0-1: in caso terminassero così le due partite, i rossoblù andrebbero in Serie B, lasciando semaforo verde ai toscani. Però a cinque dalla fine è proprio Martinez a pareggiare l'iniziale vantaggio di Vucinic, livellando anche lo svantaggio in classifica che, causa scontri diretti, premia proprio il Catania per la permanenza in A.
È uno sliding doors per il Catania, che porterà in Italia il Papu Gomez dopo l'addio di Jorge Martinez, direzione Juventus. È uno dei primi colpi della nuova era juventina targata Giuseppe Marotta e Andrea Agnelli, con allenatore Gigi Delneri. Ed è forse il buco peggiore, perché se è vero che altri sono arrivati dall'estero e hanno sbagliato (come Krasic e Elja, per dirne due), sull'uruguagio c'erano pochi dubbi. Pagato 12 milioni, 20 partite con la Juventus: una presenza costava poco meno di mezzo milione, senza contare gli stipendi dei tre anni successivi. Un flop totale, un Carneade rivelatosi e poi tornato come prima.
