Ernesto Chevanton, quando iniziare bene cambia una carriera. Con un pallonetto a Frey

Nell'estate del 2011 a Lecce arrivano due uruguagi, in un pacchetto direttamente dal Danubio. Guillermo Giacomazzi, centrocampista. Ma anche Ernesto Chevanton, 53 gol in 62 partite in Primera Division, che poi diventa la vera e propria sorpresa della stagione, anche grazie a un esordio fiammante. L'avversario è il Parma, uno dei club migliori d'Italia, mentre lo stadio è il Via del Mare. Il gol è un misto di astuzia e rapidità, caratteristiche che sono esattamente le principali di Chevanton: pallone rubato a Frey al limite dell'area, prima di un rilancio, e lob che finisce in rete per l'1-1 finale, un punto d'oro per chi aveva la salvezza come obiettivo.

È il momento esatto in cui Lecce si innamora di Chevanton, ventuno anni, capocannoniere del campionato uruguagio con 36 gol in 35 partite. Forse tutti lo avevano sottovalutato, ma Corvino ha trovato un grande sostituto di Cristiano Lucarelli, ceduto al Torino dopo avere raggiunto al salvezza l'anno prima. Anche perché la cifra versata non è piccola: 7 miliardi di lire. Però è ripagata dai gol, undici, nella prima stagione. E dagli assist, che sono sei. Peccato che la squadra, fa Cavasin e Delio Rossi, finisce al terzultimo posto in classifica. Lui però va a giocare la Copa America con l'Uruguay, a riprova della bontà delle sue prestazioni.

Quindici gol nel secondo anno, in Serie B, diciannove in 31 nel terzo, stavolta in A, guadagnando un decimo posto. Il tridente è con Vucinic e Bojinov, potenzialmente divertentissimo e, a Lecce, è così. Vincendo anche 3-4 a Torino contro la Juventus. Nel 2004 passa al Monaco per 10 milioni di euro, nel 2006 va al Siviglia per 9 milioni: qui grandi cose ma anche momenti di down: una Coppa di Spagna, una Supercoppa, la Coppa Uefa e la Supercoppa Europea. Poi il viale del tramonto, fra Atalanta e Lecce. Poi Colon e di nuovo Lecce, dove percepisce il minimo sindacale e si rompe il braccio nel momento clou. Oggi Chevanton compie 43 anni.