Crescita continua sotto tutti i punti di vista. Eccolo lì, il grande merito di Pioli
E pensare che quando fu chiamato per sostituire Giampaolo, c’era chi aveva storto il naso. C’era chi, addirittura, aveva fatto finire nei trend topic #pioliout. Così, prima del primo allenamento. Ma in fondo a lui, a Stefano Pioli, mica è importato più di tanto. Ha lavorato sempre in silenzio, sorretto dalla sua professionalità, dai suoi modi pubblicamente pacati e ha individuato il pertugio che portava alla retta via, quella smarrita da (un po’ troppo) tempo dal Milan. Ha iniziato dando fiducia al suo gruppo, facendo sentire importanti tutti, dal primo all’ultimo. E poi ha lavorato sui singoli, eccome se lo ha fatto. Ma ricordate le prime corsette di Kalulu, di Theo Hernandez o di Rafa Leao? Qualcuno di loro sembrava un pulcino bagnato, in mezzo al calderone di San Siro. Ma oggi chi se li ricorda più, quei giocatori che solo apparentemente sembravano azzardi di mercato. Oggi sono loro i protagonisti del Milan tornato agli ottavi di Champions 9 anni dopo. Citiamo loro ma non dimentichiamo gli altri. Quelli scartati dall’Arsenal come Bennacer, quelli che sembravano sulla via del tramonto come Kjaer, quelli promettenti ma da acquistare solo con lo sconto come Tonali. E potremmo andare avanti. Insomma, con Pioli tutti, tutti, i singoli sono migliorati. Va da sé, la squadra non poteva far altro che crescere di conseguenza. E se oggi il Milan è quel gruppo granitico che macina vittorie e regala soddisfazioni è merito di tutto questo.
C’è poi la questione di testa: il Milan non aveva consapevolezza, e probabilmente neppure troppa personalità. Oggi i rossoneri sanno cosa vogliono e come ottenerlo. E spesso ci riescono. Lo Scudetto, ora gli ottavi di Champions. Nuovi obiettivi, sempre più ambiziosi. Come dimostra il “bonus vittoria Champions” inserito nel contratto rinnovato dell’allenatore. Anche lì: c’è simbiosi e unità d’intenti con la società, mica facile nel calcio di oggi andare d’accordo nel quotidiano e nel disegno generale. A Milanello succede. E succede pure a San Siro: il pubblico rossonero si stava quasi disamorando, dopo anni, decenni di trionfi. L’anonimato non piaceva granché. Oggi però San Siro è quello visto ieri. E’ quello che porta 70 e passa mila persone allo stadio. E’ quello che merita gli elogi dello stesso Pioli in sala stampa. E’ quello, in parte, che ha aiutato e aiuterà il Milan, questo Milan, a raggiungere i prossimi obiettivi.