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Le lacrime di El Shaarawy impongono un’inchiesta scommesse rapida. La furia di Allegri è da scudetto. Il Milan aveva bisogno di un bomber non di Jovic. La vittoria di De Laurentiis. La crisi del Toro

Le lacrime di El Shaarawy impongono un’inchiesta scommesse rapida. La furia di Allegri è da scudetto. Il Milan aveva bisogno di un bomber non di Jovic. La vittoria di De Laurentiis. La crisi del Toro  TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 23 ottobre 2023, 16:03Editoriale
di Luca Calamai

Le lacrime di El Shaarawy dopo il gol decisivo messo a segno contro il Monza sono la fotografia di questo turno di campionato. In quell’emozione violenta non c’era solo la gioia per una prodezza che regala tre punti d’oro alla squadra giallorossa. C’era anche, anzi soprattutto, la ribellione per le voci che vorrebbero il Faraone coinvolto nello scandalo delle scommesse. Voci che, al momento, non hanno trovato conferma dalla Procura che sta indagando. “Non mancherei mai di rispetto a qualcosa che amo” ha detto, a fine partita, l’attaccante giallorosso. Ero e resto convinto che siano necessarie punizioni esemplari per chi ha sbagliato. Deve arrivare un messaggio forte soprattutto ai più giovani. Ma pretendo anche che l’inchiesta vera (non quella portata avanti da Corona) abbia tempi rapidi. Alcuni calciatori sono stati messi alla gogna ma per il momento non risultano essere indagati. Il pianto di El Shaarawy è arrivato dopo il furibondo sfogo di Barella. Questo gioco al massacro, se non ha basi provate, deve essere fermato il prima possibile. E se un atleta fosse stato tirato in ballo ingiustamente deve essere messo nelle condizioni di poter chiedere risarcimenti simbolo a chi ha offeso la sua professionalità.

La lotta scudetto intanto conferma che è un campionato senza un padrone. Tre squadre in due punti e oggi al trenino composto da Inter, Juve e Milan potrebbe aggiungersi la Fiorentina se la formazione di Italiano sarà capace di vincere il derby contro l’Empoli. La vittoria che pesa di più è quella dei bianconeri a San Siro. La furia di Allegri nel finale di gara, giacca e cravatta scaraventati via, dimostra che il tecnico livornese non ha la pancia piena. Ha ancora voglia di vincere scudetti. Questo scatenato Allegri può diventare un fattore che si somma a una stagione senza Coppa e a una rosa senza fuoriclasse assoluti ma con buone alternative (Vlahovic e Chiesa sono partiti in panchina). Il Milan davanti è troppo Leao dipendente e resta misteriosa la scelta della società di puntare su Jovic dopo il fallimentare campionato del serbo in maglia viola. Un grave autogol. In chiave scudetto vedo al momento Inter e Juve con qualcosa ma attenti al ritorno del Napoli.

Il presidente De Laurentiis dopo tante critiche merita un applauso. Ha utilizzato la sosta per riprendersi il Napoli. Lo ha fatto dopo aver pensato a Conte, dopo aver valutato Tudor, dopo essersi confrontato con Garcia e dopo aver confessato la squadra. La scelta finale è stata quella di evitare rivoluzioni. Che si sarebbero portate dietro tanti interrogativi e che sarebbero costate tanti soldi. De Laurentiis non ama pagare figure che on producono valore come un tecnico esonerato. La sensazione è che, alla fine, il Napoli andrà avanti con il un proprietario che svolgerà tre funzioni: Presidente, allenatore e uomo di riferimento per il gruppo. Di solito nel calcio questa è una tattica suicida. Ma se è limitata a otto mesi può funzionare. A Verona la squadra partenopea ha dato segnali di riscossa. Kvara ha segnato una doppietta, tutti sembravano felici. Se questo scenario particolare regge il Napoli può ancora vincere lo scudetto. Poi, a giugno De Laurentiis tornerà all’assalto per Italiano. Forte dell’ottimo rapporto con il suo collega Commisso. Ma la Fiorentina può permettersi di perdere l’artefice della rinascita viola?

Chiudiamo con un’amara riflessione sul Toro. Continuo a pensare che un imprenditore del livello di Cairo non possa riconoscersi in un progetto così vuoto di ambizioni come quello granata di oggi. Anche la scelta di un tecnico preparato come Juric non ha dato risultati. E dire che l’ultima campagna acquisti sembrava intrigante. Cairo è arrivato a un bivio: o rilancia mettendo sulla bilancia investimenti da Europa affidandosi a un top manager che sia in grado di far fruttare calcisticamente queste risorse oppure passa la mano. Il Toro non faticherebbe a trovare compratori. Come è ormai inevitabile, stranieri.

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