TMW RADIO - AEK, Verde: "Quanti dubbi sulla ripresa in Grecia. Prossima Serie A lottatissima"
Daniele Verde, attaccante dell'AEK Atene, ha parlato a TMW Radio, nel corso di Stadio Aperto, trasmissione condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Tra una settimana e poco più abbiamo la finale di coppa, molto probabilmente. Siamo in bilico perché anche qui purtroppo sta salendo il numero di contagi: pensavo la cosa diminuisse, e invece tutt'altro. Molta gente inconsapevolmente pensa sia uno scherzo e non prende molto sul serio la cosa, però così non ci sarà mai un vero calo. Chi conosco e sta intorno a me si riguarda, mette la mascherina, perché veramente questo virus sta diventando un mostro".
Lei dove è stato in vacanza?
"Io non sono tornato in Italia, perché avevo veramente paura. Mia figlia era venuta qui da me con mia moglie una settimana prima che tornasse il campionato, e temevo nel farle prendere l'aereo: quindi siamo andati a Mykonos, per stare rilassati. Allora non c'era il turismo solito di agosto: parlando poi con amici e colleghi è venuto fuori che a nord dell'isola hanno chiuso uno stabilimento, una discoteca, causa Coronavirus. La cosa si sta veramente allargando, perché prima stavamo bene. Purtroppo con la riapertura e l'arrivo di turisti da lontano, è arrivato".
Il vostro campionato non riprenderà il 12 settembre, quindi.
"Sarà forse il 18, anche se non sappiamo bene bene. Non sappiamo come si muoverà il Governo o la lega, ma fatto sta che dovremo aspettare ancora un bel po'".
Che sensazioni provate in ritiro?
"Se continuerà ad essere così drastica, si dovranno riproporre le solite misure di sicurezza, anche stando più di una settimana a casa. Ripartiremo come fatto dalla seconda metà di campionato".
In teoria il 3 settembre c'è la Nations League.
"Complicatissimo. L'unica cosa da fare è prendere misure di sicurezza e sperare che nulla accada".
Cosa ci sarà nel suo futuro?
"Il mercato a breve sarà aperto, io comunque ho ancora altri due anni qui. Aspettiamo, vediamo e speriamo sempre nel meglio".
C'è qualche sirena spagnola...
"(ride, ndr) Sì, ma qua sto bene".
Come garantire la sicurezza?
"Noi facciamo un tampone a settimana, e le altre squadre dovrebbero provare a prenderci d'esempio".
Qualche squadre le sembra più crescita di altre?
"Non conosco gli acquisti delle altre, almeno delle piccole. Delle big c'è una bella notizia: il Panathinaikos da quest'anno può tornare ad accedere all'Europa quattro anni dopo, e questo sarà bello".
Lei alla Roma ha esordito con Rudi Garcia. Che sensazioni vederlo fare così bene in Champions?
"L'ho sempre detto, al di là dell'esordio rimarrà uno dei più grandi allenatori che abbia mai visto. Brutto vedere certi tecnici che finiscano nel dimenticatoio, non almeno uno come lui. Dopo anni si sa che il calcio ripaga, e ha raccolto i suoi frutti in Champions, uscendo a testa alta contro una squadra fortissima".
Fu Bruno Conti a segnalarla...
"Sì, mi ha accolto come un padre e devo tutto anche a lui se sono qui".
Secondo lei come diventerà De Rossi come allenatore?
"Per me può diventare un allenatore. Io ad esempio so solo giocare, secondo me non allenerò (ride, ndr). Ma la persona e i modi di fare, se li hai puoi fare tutto: se vai d'accordo con allenatore, compagni e società non serve altro".
Vedere un Barcellona che prende otto gol col Bayern che effetto fa?
"Premetto che io amo il Barcellona. Ho letto tante critiche, che Messi era finito... Quando cadono le stelle, purtroppo ci deve essere qualcuno dietro a farle rialzare. Andando via dei top come Xavi e Iniesta, servivano dei sostituti dello stesso valore. Deve esserci il top del top".
Con il Bayern c'era un undici titolare da quasi 30 anni di età media.
"I giocatori del Barcellona sono sempre venuti dalla cantera e così deve continuare ad essere. Non scherzo, ho pianto vedendo una sconfitta così brutta".
Ma si può immaginare un Barcellona senza Messi?
"No, mai. Spero di no, se avessi il suo numero gli scriverei tanti di quei messaggi (sorride, ndr)... Spero muoia lì, impensabile vedere un Barcellona senza Messi".
Ha condiviso i primi step alla Roma con Lorenzo Pellegrini. Giusto tornare a puntare sui prodotti del vivaio giallorosso?
"Per me dovrebbe esistere questa realtà in molte più squadre. La Roma ha un settore giovanile da far paura, non costa nulla provare a dar fiducia ai giovani: è andato via per farsi le ossa prima di tornare, ma per me poteva anche farsele lì... Lo dico perché lo conosco, è un amico. Ci vuole più fiducia sui ragazzi italiani, che oggi sono tantissimi, bisogna puntare sul settore giovanile".
Nell'U21 ha giocato con Barella.
"In Spagna, Germania e Francia certi 17enni diventano fenomeni solamente pronunciando il loro nome. Perché da noi no?".
L'Inter sarà davvero la favorita per lo Scudetto dell'anno prossimo?
"Se me lo dicevate a metà dello scorso campionato forse sì, ma io non vedo male nemmeno la Lazio, o pure la Roma. Il Napoli farà sicuramente un campionato diverso: non so se ci sarà una squadra sola a lottare per la Serie A".