Frimpong a ruota libera: "Mi godo il mio tempo al Leverkusen. Io capitano? Non voglio"
Letteralmente esploso al Bayer Leverkusen sotto la guida di Xabi Alonso, sembra passata una vita da quando Jeremie Frimpong ha lasciato il Celtic per indossare la maglia delle Aspirine. Il centrocampista di destra olandese, classe 2000, ha fatto strabuzzare gli occhi a molti appassionati e addetti ai lavori del calcio soprattutto dopo la scorsa stagione da doppio titolo (Coppa di Germania e Bundesliga), ma il percorso per arrivare fin qui è stato lungo.
In un'intervista concessa ai canali ufficiali del club tedesco, Frimpong è partito dalle origini, nel settore giovanile del Manchester City, passando al Celtic fino ad arrivare proprio al Leverkusen: "Sono molto felice del mio percorso fino ad oggi. Ovunque sono stato, ho vinto titoli. E per questo gioco a calcio. A Manchester ho giocato con molti giocatori diventati top player: Phil Foden, Felix Nmecha, Jadon Sancho, Cole Palmer, giusto per citarne alcuni. Ho ricevuto un'educazione calcistica straordinaria. E anche il periodo al Celtic è stato fondamentale. Abbiamo vinto il triplete nazionale nel primo anno, è stato incredibile, una sensazione indescrivibile. E poi sono arrivato a Leverkusen, dove abbiamo vinto il double e la Supercoppa di Germania".
Come è cambiata la tua vita da quando sei arrivato a Bayer?
"Negli anni in cui sono stato qui, ho fatto grandi progressi dal punto di vista sportivo. Questo è stato possibile grazie anche agli allenatori con cui ho lavorato a Leverkusen. Ma anche personalmente credo di essere cresciuto. Penso di avere una personalità forte, sono in stretto contatto con i miei compagni di squadra e cerco di portare energia alla squadra. Sono fatto così, non faccio spettacolo per i ragazzi nello spogliatoio. Mi godo il mio tempo qui, e si vede e si sente".
Ti consideri già un leader?
"Quando si parla di giocatori di leadership, credo che a 23 anni non si rientri ancora in questa categoria. Il mio obiettivo è andare avanti con le prestazioni sul campo. Ma credo che al momento i ragazzi non mi prendano ancora abbastanza sul serio per vedermi come un leader (ride, ndr). Se fossi capitano, riderebbero: parlo troppo e faccio troppe battute. E comunque non voglio diventare capitano, ci sono altri ragazzi che sono più adatti per questo ruolo. Ognuno ha il suo ruolo".