Condannati e graziati in 24 ore. Giocatori egiziani evitano reclusione negli Emirati Arabi Uniti
Il tribunale penale degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato ieri la condanna di due giocatori dello Zamalek "a un mese di reclusione e a una multa di 200.000 dirham (circa 50.000 euro) ciascuno, per aver messo in pericolo l'incolumità di pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, commettendo atti turbativi dell'ordine pubblico e provocando disordini davanti ai tifosi". Mostafa Shalaby e Nabil Emad, insieme all'attuale direttore sportivo Abdelwahed El-Sayed, erano stati protagonisti di alcuni scontri a margine della partita tra Zamalek e Pyramids FC, match valido per le semifinali della Supercoppa egiziana. Oggi, però, i tre uomini sono stati finalmente graziati.
Il tribunale si era basato sulle testimonianze delle vittime, nonché su video che mostravano che gli imputati non avevano rispettato i controlli e avevano aggredito gli agenti responsabili della sicurezza dell'evento. Sui social network erano circolati anche video che mostravano giocatori dello Zamalek litigare con una guardia di sicurezza allo stadio Al Nahyan di Abu Dhabi, prima di essere arrestati.
Nonostante le condanne, il presidente degli Emirati Arabi Uniti ed emiro di Abu Dhabi, lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan ha emesso una direttiva volta a graziare gli imputati coinvolti, ha indicato sul suo sito l'agenzia di stampa ufficiale: "Questo gesto incarna il profondo legame fraterno che unisce gli Emirati Arabi Uniti e la Repubblica Araba d'Egitto e riflette il costante impegno di Sua Altezza lo sceicco Mohamed bin Zayed Al-Nahyan nel rafforzare i legami di fratellanza che uniscono le due nazioni e i loro popoli", si legge nel testo.