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30 luglio 1966, il calcio era tornato a casa. Con un gol fantasma contro la Germania

30 luglio 1966, il calcio era tornato a casa. Con un gol fantasma contro la Germania
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martedì 30 luglio 2024, 00:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

David Baddiel and Frank Skinner, nel 1996, cantavano Three Lions. Una canzone dedicata all'Europeo che stava iniziando, a trent'anni dal Mondiale del 1996. Si giocava in Inghilterra e la squadra non era affatto male: Shearer, Gascoigne, Platt. Oppure Le Tissier, McManaman, Ince, i fratelli Neville, Seaman. E lo stesso Southgate, ora ex commissario tecnico dei tre Leoni d'Inghilterra. Il ritornello è conosciuto oramai ovunque, soprattutto dopo gli ultimi due Europei: "It's coming home, it's coming, football it's coming home". Com'è andata con Italia e Spagna lo sappiamo bene.

Il 30 luglio del 1966, però, nell'immaginifico Wembley si giocava Inghilterra-Germania Ovest, valida per la finale Mondiale. Queste le formazioni dal primo minuto.

Inghilterra (4-1-3-2)
Banks; Cohen, Charlton, Moore, Wilson; Stiles; Alan Ball, Charlton, Peters; Hurst, Hunt.
Allenatore: Alf Ramsey

Germania (1-3-2-4)
Tilkowski; Hottges; Schulz, Weber, Schnellinger; Beckenbauer, Overath; Haller, Seeler, Held, Emmerich.
Allenatore: Helmut Schon.

Haller segnò subito per la Germania e venne raggiunto poco dopo da Hurst. Peters, a dodici minuti dalla fine, sembrava dare il primo Mondiale all'Inghilterra, ma Weber al novantesimo portò di nuovo in equilibrio la contesta, fino ai tempi supplementari. Qui capita l'incredibile: Alan Ball mette il pallone dietro verso Hurst che spara in equilibrio precario. Palla che colpisce la traversa e rimbalza in campo, ma l'arbitro - dopo qualche secondo di tentennamento - decide che è gol. Il più classico dei gol fantasma, probabilmente il più conosciuto di sempre, che dà il Mondiale all'Inghilterra che poi segnerà il 4-2 finale ancora con Hurst. Lì sì che il calcio era tornato a casa.

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