Reginaldo: "Mi davano per finito e invece segno per il Real Casalnuovo"
"A gennaio mi sono operato al menisco, e in molti, visto che ho 40 anni, mi vedevano come un giocatore finito, non più all'altezza. Certo, le proposte non sono mancate, ma il Real Casalnuovo è la società che mi ha più fortemente voluto. Sapevo che si affacciavano per la prima volta in Serie D, come me per altro, era un po' una scommessa, ma qua ho trovato persone vere e serie che vogliono fare bene, tanto che stanno mantenendo anche con i fatti tutto quello che avevano detto all'inizio. La categoria per altro non è semplice come spesso viene detto, è come la C2 di una volta. Sono davvero felice della scelta fatta": esordisce così, in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, Reginaldo, botto di mercato della formazione campana, al primo anno di Serie D.
Un nome, quello dell'italo-brasiliano, che non necessita certo di presentazioni, e che ha subito fatto parlare il campo. Vittoria dei suoi e gol all'esordio: "Chiaramente del gol sono felice, ma sono più felice dell'approccio che la squadra ha avuto e di questo buon avvio. Io sono entrato nel secondo tempo, ho ancora qualche postumo del ginocchio, ma tra 15 giorni sarò al top, più libero di fare quello che mi piace. Dopo l'operazione avrei avuto maggior bisogno di recupero, ma il Picerno aveva bisogno di me e ho affrettato i tempi, pagandone ora qualche conseguenza: per loro ho dato tutto, ma al momento di ridiscutere il contratto non hanno neppure avuto il coraggio di parlami. Sono situazioni che deludono, ma si va oltre".
Così oltre da esserti già dato un numero di gol da raggiungere?
"No, non mi pongo limiti. La cosa che più mi interessa è essere utile alla squadra, per centrare quanto prima la salvezza. Se poi arriverà qualcosa in più ce lo godremo, sarebbe qualcosa di straordinario per una neo promossa".
Tante tue ex squadre sono ora in D, penso al Trapani e alla Paganese, lo scorso anno il Catania. Sta cambiando tanto il calcio...
"Si, il calcio è cambiato molto, ma si deve smettere di considerare la Serie D un campionato minore: chi pensa di fare il fenomeno in una categoria come questa, sbaglia di grosso, perché da lottare, e per altro con club organizzati. Ci sono tanti nomi di grido che sposano progetti in D, vedremo ora se si aggiungerà pure la Reggina... si deve iniziare ad avere un'altra ottica su questo campionato. Anche gli agenti dovrebbero prestare maggiore attenzione, si possono scoprire talenti, anche un valido ricambio generazionale, che in Italia serve".
Ma che effetto fa vedere squadre come appunto la Reggina o il Siena decadere in così poco tempo?
"Ci sono persone che trattano i club come un giocattolo, non avendo il minimo rispetto dei sentimenti dei tifosi e di tutti i lavoratori che gravitano all'interno della società, siano essi magazzinieri o calciatori o allenatori. Ricollocarsi non è mai semplice, per nessuna figura professionale. Ma queste situazioni sono campanelli d'allarme per un calcio che è da rivedere".
Al Parma è servito un po' di tempo per ricostruirsi: può essere l'anno buono per la promozione in Serie A?
"Il Parma quest'anno ha costruito una rosa competitiva, prendendo giocatori mirati e di categoria, è di sicuro tra le candidate per la promozione, come il Bari, che lo scorso anno ha fatto bene e ha confermato buona parte della rosa. Ma il livello della B si è alzato, ci sono molte formazioni competitive, è un torneo strano".
In Serie A, invece, Monza e Fiorentina possono essere competitive per obiettivi importanti?
"Conosco bene Palladino, ha chiuso la carriera quando anche io giocavo a Monza, e lo scorso anno ha fatto davvero benissimo: il problema è ripetersi, perché la Serie A è molto tosta. Ma se ci riuscirà, lottando di nuovo con alti stimoli, vuol dire che avrà la giusta mentalità, quella che ha permesso alla società di scalare in breve tempo le categorie. Anche la Fiorentina ha fatto bene a ripartire da Italiano, vedo poi una squadra rinforzata che può puntare a obiettivi importanti: l'Europa la merita, spero arrivi in alto".
Chi vincerà lo scudetto?
"Da simpatizzante del Milan, spero la formazione rossonera. Ma vedo bene anche Inter e Juventus".
Quanto può pesare, per i bianconeri, il caso Pogba?
"Spero che la vicenda si risolva nel migliore dei modi, e il francese dimostri la sua estraneità ai fatti, così da tornare quanto prima in campo. Però Allegri è un tecnico e una persona intelligente, ha già programmato anche in caso di prolungata assenza di Pogba".
Guardando al futuro, e al ricambio generazionale: giovani in Serie D che ti hanno impressionato?
"Non conosco ancora bene la categoria, posso però parlare della mia squadra. Mario Piga, terzino sinistro classe 2002 è davvero forte, la D gli sta stretta, e come lui anche il mio compagno di reparto Giovanni Pinna, classe 2001. Non capisco perché nessuno abbia permesso loro di fare il salto di categoria".