Dalle 13 reti segnate alle semifinali playoff: la storia di Crescenzo al Trastevere
"Quando per un campionato intero rimani tra le prime tre della classifica, è impossibile dire che l'annata sia stata storta. Siamo stati molto bravi a puntare sempre sui nostri punti di forza, senza farci abbattere da un mese, quello di dicembre, che a livello di punti ci ha tagliato un po' le gambe, digerire tre sconfitte e un solo pareggio non è stato semplice: ma nel girone di ritorno abbiamo fatto meglio che in quello di andata, e non solo a livello numerico, ma anche di compattezza e gioco di squadra. Dispiace solo per come sia andata la semifinale playoff": esordisce così, in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, il centrocampista - e capocannoniere (insieme ad Alonzi) - del Trastevere (e del Girone F di Serie D )Daniele Crescenzo.
Che torna poi sulla rocambolesca finale playoff persa contro il Fano: "Di quella gara rimane solo il rammarico di non averla portata a casa, ma giocare in inferiorità numerica dal 30' non è stato semplice: rimango dell'idea che in undici contro undici non ci sarebbe stata partita, abbiamo comunque detto la nostra senza problemi. Ma è ormai tempo di guardare oltre".
Ritiro a parte, al via della stagione prossima manca ancora qualche mese: ma hai già delle aspettative su quello che sarà il prossimo torneo?
"L'obiettivo è sempre quello di migliorarsi, sia come squadra che a livello personale. Certo, visti i risultati che stiamo ottenendo, migliorarsi vorrebbe dire centrare la promozione, che è poi quello cui tutti ambiamo, mentre a livello personale dovrei fare 14 gol: ecco, questo secondo aspetto non è poi così semplice! (ride, ndr). Però...".
La frase la finisco io: "però" 14 reti non sono impossibili!
"Magari arrivassero! Alla fine per la seconda stagione consecutiva sono arrivato in doppia cifra, e quest'anno ho fatto pure meglio del precedente, ma anche ripetere questi numeri, i 13 gol, non sarebbe male. So che è difficile per un attaccante, figurarsi per me che sono un centrocampista, ma la voglia di fare bene non mi manca: riconosco che anche 7 o 8 gol, in un torneo come quello di D che ha comunque un alto livello, non sarebbero pochi, ma io guardo oltre".
Insolito effettivamente vedere un centrocampista goleador. Ci sveli il tuo segreto?
"Nel mio piccolo, credo di avere una buona intelligenza tattica, cerco di leggere le azioni sempre prima, e unitamente a questo c'è anche un po' di fortuna, che uno deve comunque essere bravo a crearsi. Io cerco sempre di stare vicino all'azione, quando mi arriva palla punto sempre all'inserimento da dietro, perché è vero che il gol da 30 metri riempie l'occhio, ma io preferisco di gran lunga un maggior concerto sull'azione. Poi, fisicamente, sono predisposto alla corsa, caratteristica che mi dà la forza di buttarmi in proiezione offensiva e dare anche una mano dietro. Se c'è una cosa che ho imparato in carriera, è che si devono allenare i propri punti di forza, non per necessariamente ostinarsi a fare quello che ci viene meno bene o non riusciamo a fare. Conosco le mie lacune, ma faccio leva su altro".
Considerando che diversi giocatori del Trastevere allenano le giovanili, è un implicito messaggio che stai mandando al Ds Betturri? (ridiamo, ndr)
"Mi avevano effettivamente proposto di allenare i ragazzi, e mi sarebbe piaciuto, ma ho un altro allenamento da fare: rincorrere mio figlio di un anno e mezzo quando mia moglie è a lavoro! (ridiamo di nuovo, ndr)".