TMW - "Il Milan mi chiese Belotti in prestito". Ma l'obbligo di riscatto era una formalità: come andò

"Belotti voleva andare al Milan, ma Fassone me lo chiese solo in prestito". Questa mattina il presidente del Torino Urbano Cairo, intervistato dalla 'Gazzetta dello Sport', è tornato a parlare della famosa trattativa tra Torino e Milan alla vigilia del Derby della Mole riguardante il mancato trasferimento di Andrea Belotti in rossonero nell'estate 2018. Per il numero uno del club granata il centravanti di Gorlago ora alla Roma non andò al Milan perché non c'erano garanzie sul riscatto.
Non andò proprio così. Belotti al Torino era sì operazione chiusa in prestito oneroso con diritto/obbligo di riscatto, ma l'obbligo di riscatto da parte del Milan sarebbe scattato alla prima presenza ufficiale. In pratica, il calciatore classe '93 era stato ceduto per una cifra complessiva da 58 milioni di euro così distribuita: 2 milioni di euro per il prestito oneroso più 56 milioni che sarebbero stati pagati nei successivi cinque anni. Per far scattare l'obbligo, come accennato poc'anzi, sarebbe bastata una sola presenza ufficiale in rossonero.
Belotti al Milan avrebbe guadagnato poco meno di cinque milioni di euro netti a stagione. E il Torino, al suo posto, avrebbe preso dalla Sampdoria Duvan Zapata per 16 milioni di euro: il centravanti colombiano seguì tutta la trattativa Torino-Belotti-Milan da spettatore interessato, salvo poi andare all'Atalanta una volta sfumato l'affare a cui era collegato il suo trasferimento.
