Perché nessuna squadra italiana ha puntato su Juan Musso?
Musso può essere un rimpianto per l'Atalanta? Perché quando era arrivato nel 2021 sembrava il colpo perfetto per puntare in alto, ancora di più rispetto a quanto visto nella stagione che era appena finita. In soldoni: i nerazzurri avevano chiuso terzi in classifica e volevano provare a fare cose ancora migliori, spendendo venti milioni per il portiere, necessità centrale per Gasperini per non avere più un dualismo come quello fra Gollini e Sportiello. Non è andata benissimo, perché Musso è approdato con una pressione smodata proprio per il costo del cartellino, altissimo per quelli che erano i parametri dell'Atalanta.
Ha però vinto un'Europa League. Forse anche più di quanto si poteva realisticamente aspettarsi. Il primo trofeo europeo dell'Atalanta è arrivato proprio con Musso, ceduto all'Atletico Madrid quasi per disperazione, visto che il dualismo con Carnesecchi stava diventando davvero troppo ingombrante. Uno dei due doveva salutare, ma è strano che nessun club italiano ci abbia provato con forza: non la Fiorentina, che ha preferito De Gea, l'Inter ha preso Martinez, la Juventus Di Gregorio, il Napoli punta su Caprile e Meret (da capire cosa ne pensa Conte), la Roma va sullo svincolato Ryan. Il domino dei portieri c'è stato, eppure Musso non ci è entrato.
Poi si può obiettare che sia andata comunque bene così, perché Musso farà il numero dodici dietro un top mondiale come Oblak. Si tratta però sempre del portiere titolare di una vittoria di Europa League completamente snobbato dalle nostre società. E non c'è nemmeno la "scusa" di un costo esorbitante, visto che è stato prestato a 1,5 milioni di euro con possibile obbligo a 7 milioni, dodici in meno di quanto pagato tre anni fa quando difendeva la porta dell'Udinese.