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Le nuove comproprietà, abolite dalla UEFA dieci anni fa. Ma reali come nel caso Greenwood

Le nuove comproprietà, abolite dalla UEFA dieci anni fa. Ma reali come nel caso GreenwoodTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 1 agosto 2024, 17:21Serie A
di Andrea Losapio

Ha fatto bene la Lazio a non prendere Mason Greenwood? Probabilmente sì. Perché ci sono giocatori che possono essere acquistati e altri che sono probabilmente troppo costosi. Greenwood è certamente forte, l'anno scorso ha fatto la differenza con il Getafe, ma arrivare a 35 milioni più il 50% della rivendita è davvero un'enormità. Perché poi si innescano situazioni che portano a non cedere il giocatore per determinate cifre e sbagliare i tempi. La FIFA per anni ha detto che la proprietà di un giocatore è solamente di una squadra, cosa vera, ma economicamente non ci siamo. La percentuale sulla futura rivendita al 50% è una comproprietà vera e propria e influisce certamente su quella che è una scelta.

In uno scenario ipotetico, Greenwood viene preso dalla Lazio e pagato 35 milioni + il 50% sull'eccedenza. Anche se dovesse arrivare una proposta da 60 milioni, ecco che la Lazio ne prenderebbe 47,5 in totale, mentre il dovuto allo United sarebbe di 47,5. Di fatto non ci sarebbe mai una vera e propria plusvalenza, prendendo esattamente quanto lo United. Concetto uguale con 70 (52,5 e 52,5) oppure 80 (57,5 e 57,5) e così via, per ogni cifra. Tonda o meno. Se non è una comproprietà questa...

Le parole di Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio. “Greenwood lo volevamo già lo scorso anno, poi c’è stato un intoppo con il calciatore. Sapete tutti la problematica di Greenwood qual è stata. Un agente quest’anno ci ha paventato l’idea di Greenwood in Italia, gli abbiamo dato un tempo limite, da lì si è scatenata un’asta e ho ritenuto di poter andare fino a un certo limite. Abbiamo offerto 22 milioni di sterline per il 50% del giocatore, parliamo circa di 26 milioni di euro. Ha preferito prendere un’altra strada e io dico che i migliori affari sono quelli che non si fanno".

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