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Juventus, alla Mostra del Cinema di Venezia va in onda 'Fragile': il documentario su Fagioli

Juventus, alla Mostra del Cinema di Venezia va in onda 'Fragile': il documentario su FagioliTUTTO mercato WEB
mercoledì 4 settembre 2024, 19:08Serie A
di Simone Bernabei
fonte da Venezia, Camillo Demichelis

Oggi a Venezia nell’ambito dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, lo Juventus Creator Lab Original ha presentato FRAGILE. Un documentario che racconta la storia di Nicolò Fagioli. Prima della messa in onda, hanno parlato Marco Castellaneta (Juventus Media Director) e il dott. Paolo Jarre (psicoterapeuta di Fagioli).

MARCO CASTELLANETA Juventus Media Director
Creator Lab – Un nuovo approccio alla creatività, al contenuto e ai media che in Juventus abbiamo voluto costruire negli ultimi 15 mesi seguendo la visione di Mike Armstrong. In un mondo della comunicazione che cambia noi abbiamo voluto cambiare per stare al passo coi tempi, adattare il suo tono di voce ai nuovi mezzi di comunicazione. L’abbiamo fatto costruendo una struttura che potesse ospitare tutto ciò e costruendo un team di lavoro che potesse lavorare in maniera attuale e moderna. La Juve produce una media di 1500 contenuti, attraverso 18 canali di comunicazione. C’è una grande varietà di contenuti che si adattano ai mezzi di comunicazione che usiamo.

Raccontaci la produzione di “Fragile”?
"L’ultimo Juventus Original, il diciottesimo in meno di due anni e poi distribuiti su diversi canali. Sono produzioni original, delle storie di Juventus con le quali cerchiamo di trasmettere dei messaggi all’audience. Abbiamo raccontato storie su Women, Next Gen, settore giovanile, leggende e tifosi. Oggi siamo contenti di essere a Venezia a raccontare la storia di Nicolò Fagioli. Contenti di averlo fatto, la tematica è delicata, viviamo in un mondo dove ueste tematiche non vengono comunicate, magari sono nascoste. Noi siamo contenti di averlo fatto con Nicolò e chi gli sta vicino. Abbiamo voluto raccontare la sua storia perché ci è sembrata un’opportunità per veicolare dei messaggi a chi vive un momento difficile e può essere aiutato".

Quanto è stato difficile produrlo?
“Siamo contentissimi di essere qua ed emozionati, ci mettiamo alla prova volentieri. Poter presentare questi progetti è importante, sono progetti complessi in generale ancor più per noi. Produzione di 5 mesi, hanno lavorato 20 persone per 30 ore di girato. Un lavoro enorme".

DOTT. PAOLO JARRE
Sulla Ludopatia?
“Si tende a rappresentare il giocatore come un vizioso o come un grandioso. In realtà è diventato un fenomeno di massa che coinvolge a livello di comportamento problematico quasi 1 milione di persone e questo è dovuto all’aumento dell’offerta. Il fenomeno coinvolge le popolazioni giovanili, non tutti sono patologici; un fenomeno che, rispetto ad altre dipendenze, il gioco d’azzardo determina il maggior impatto a livello economico e alone di persone coinvolte intorno al giocatore patologico. Nel caso di cui parliamo oggi, il rischio – che è un rischio interclassista -, c’è un rischio aggiuntivo dato dalla disponibilità di denaro e di trovarsi in un ambiente immersivo in cui il gioco d’azzardo fa parte della quotidianità, oltre al fatto di avere pochi interessi oltre l’attività professionale.

Come sta Fagioli?
“Ha finito il suo debito con la giustizia sportiva ma non la sua terapia. Richiede parecchio tempo, c’è una parte di terapia e poi una di prevenzione della ricaduta. Sono stato molto preoccupato dopo gli Europei per come sono andate le cose, ha esordito in quella sciagurata partita e questo ci ha lasciati col fiato sospeso. I 10 incontri di testimonianza, lì ripetitivamente è stato costretto – e lui è timido -, il fatto di essere costretto su un palco a raccontare di sé è stato potente in termini di tagliare i ponti alle spalle. Forse più potente di alcuni interventi specifici. Per la prima volta nella giustizia sportiva c’è stata questa commutazione di una parte della pena. Nicolò sta lavorando”.

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