In Ucraina torna il calcio, Baranca: "Segnale di speranza. Ma il pallone sponsorizza aziende russe"
Il pallone torna a rotolare anche in Ucraina. Oggi, alle 12 ora italiana, il fischio d'inizio della sfida tra Shakhtar Donetsk e Futbol'nyj Klub Metalist sancirà la ripresa della Prem"jer-liha, interrotta a febbraio a seguito dell'espulsione del conflitto con la Russia. A TMW racconta la ripartenza del campionato Francesco Baranca, italiano già segretario generale di Federbet, che oggi presidente il Comitato Etico della Federcalcio Ucraina.
Partiamo da tutto il resto. È rientrato in Ucraina circa un mese fa, come ha ritrovato Kiev?
"Ho ritrovato una città sicuramente ferita, perché è inevitabile che lo fosse. Magari meno piena e meno caotica di sempre, però ho anche riscontrato una grandissima tenuta a livello psicologico delle persone. Non c'è tristezza, la gente cerca di vivere la propria vita: anche i militari hanno il sorriso, questo mi ha dato tanto coraggio. E loro sono contenti di vedere gli stranieri qui, perché è un atto di fiducia e di solidarietà nei loro confronti".
Oggi inizia il campionato, i tempi sono maturi?
"Siamo pronti, anche se per esempio noi oggi lavoreremo a distanza, perché c'è rischio di attacchi. In realtà, il calcio è già ripartito ieri con tre partite dell'Under 19. Ovviamente, tutti i protocolli di sicurezza sono stati più che rispettati. C'è stata la volontà fortissima del nostro presidente, Andrii Pavelko, di ricominciare, c'è stato il beneplacito da parte del governo, dell'esercito. C'è voglia di regalare un po' di normalità e di distensione alle persone. Io mi immagino sempre il film 'Fuga per la Vittoria': la vicenda è stata un po' romanzata, ma forse non tutti sanno che quella partita si è giocata davvero e si è giocata a Kiev. È un esempio di come il calcio possa travalicare le barriere e dare speranza. Sarà un campionato speciale, non vogliamo definirlo di guerra, ma se ci pensa anche durante le guerre mondiali si continuava a giocare a calcio. Anche dopo la pandemia, è stata la prima cosa a ripartire. È qualcosa che dà vita e speranza".
La cosa più importante delle meno importanti, diceva qualcuno.
"Sì, ma è importante. Il bambino, il ragazzo, lo stesso militare, quando hanno la possibilità di vedere una partita credo che ne ricevano tante energie positive, anche a livello psicologico".
Per riprendere avete avuto il supporto di UEFA e FIFA?
"Assolutamente. Il nostro presidente si è adoperato in prima persona per portare avanti questa campagna di ritorno al calcio, sia la UEFA che la FIFA hanno approvato e sono contente di vedere il campionato giocarsi. Anche perché dall'altra parte abbiamo un embargo nei confronti delle squadre russe, confermato anche dal CAS. Noi invece abbiamo le nostre squadre nelle competizioni europee, stanno andando anche abbastanza bene: la Dinamo Kiev per esempio quantomeno è sicura di andare nei gironi di Europa League".
Che misure di sicurezza saranno implementate?
"È obbligatorio avere un bunker presso ogni stadio e quando scatta l'allerta bisogna rifugiarsi nel bunker, che deve essere a non più di cinquecento metri dall'evento. Ovviamente gli stadi ne sono già provvisti, avendo una parte sotterranea. Ieri c'è stata un'allerta durante una partita: i giocatori si sono fermati e poi quando è terminata hanno ripreso. Oggi la prima partita del primo campionato si giocava all'Olimpijs’kyj, dove si giocò la finale di EURO 2012 e pochi anni fa anche la finale di Champions tra Real e Liverpool".
Faranno parte del campionato anche le squadre dei territori al centro del conflitto?
"Il Karkhiv giocherà, c'è anche l'Odessa che è un territorio abbastanza a rischio. Ci sarà per esempio il Kryjvyj, la squadra della città di Zelensky, mentre mancheranno ovviamente Mariupol e Desna, i cui territori sono stati massacrati. Però le loro posizioni sono state 'congelate', quando sarà possibile ripartiranno direttamente dalla massima serie".
E come gestirete le trasferte verso queste zone?
"Dipende da caso a caso. A Karkhiv per esempio ovviamente non si potrà giocare, mentre negli altri stadi considerati a rischio si valuterà settimana per settimana. Se ci sarà l'ok della commissione militare, sarà la squadra che deve andare in trasferta a decidere se si può andare a giocare lì o si deve giocare a Lviv a Kiev o altrove".
Non avete timore di infiltrazioni, di tentativi di corruzione, soprattutto sul tema delle scommesse?
"Sì, siamo consapevoli che questo rischio ci sia. Abbiamo avuto un briefing sul tema e non vogliamo sprecare il lavoro che abbiamo fatto, siamo diventati un Paese all'avanguardia nella lotta al matchfixing. Siamo consapevoli che saremo seguiti da tutti e non vogliamo che ci siano fenomeni di corruzione. L'abbiamo detto chiaramente anche a tutti i calciatori: non vogliamo doverci vergognare, da questo punto di vista ci sarà tolleranza zero. Se il calcio continua, deve farlo correttamente e sarà nostro compito vigilare affinché tutto avvenga nel migliore dei modi. E tra l'altro vogliamo evitare che in Russia sia possibile scommettere sul campionato ucraino".
Com'è possibile?
"Beh per esempio sulle scommesse live, noi abbiamo un contratto di esclusiva con un provider che non può vendere i nostri dati ai bookmaker russi, quindi quotare il live non è possibile. E su questo tema, su quello delle agenzie di scommesse russe, mi spiace dover muovere una critica alla Lega Serie A".
Cioè?
"La Lega Serie A, attraverso Infront, continua a vendere la pubblicità anche alle agenzie di scommesse russe. Nello specifico, nelle immagini trasmesse all'estero, a bordocampo in alcune partite era visibile il banner di Liga Stavok, bookmaker russo molto vicino ai centri decisionali russi. In Italia, ovviamente, non è stata vista: si tratta della cosiddetta pubblicità virtuale, inserita nel segnale video internazionale al posto dei cartelloni presenti allo stadio".
Come vi siete comportati?
"Abbiamo contattato la Lega, la quale ci ha risposto che avrebbe diffidato Infront dal continuare a fare questo tipo di pubblicità. Purtroppo ieri c'era ancora, e potete immaginare quanto sia brutto vedere su una TV ucraina la pubblicità di un'agenzia russa. Peraltro il tutto in un'area grigia: in Italia è vietato fare pubblicità ai bookmaker mentre all'estero si può, anche se in realtà esisterebbe un embargo contro le società russe. Credo sia una cosa molto brutta da vedere, senza considerare che la Serie A continua a essere quotata in Russia".