Braida: "Il Milan cerca qualcosa che non riesce ad afferrare. Balotelli? Legga 'Se' di Kipling"
Domenica c'è Milan-Genoa e Ariedo Braida non può che fare a meno di guardare con grande interesse la partita, sia per il suo passato rossonero, sia per Vieira, che ha acquistato ai tempi del Diavolo e a cui è rimasto molto legato. Il dirigente ha chiarito chi tiferà a Il Secolo XIX: "Voglio bene a Patrick, ma sono milanista da sempre".
Come lo vede il Milan attuale?
"In cantiere, alti e bassi, non trova identità e continuità. Ora è tagliato fuori dalla lotta per i traguardi a cui è abituato, si può reinserire, ma per adesso cerca qualcosa che non riesce ad afferrare".
Con l’addio di Maldini si è perso qualcosa?
"La storia del Milan passa attraverso la famiglia Maldini, da Cesare a Paolo. Io ho grande rispetto per la storia, per il senso di appartenenza, una magia che ho vissuto anche nei 5 anni a Barcellona, quel legame tra gente e squadra che non si vede ma si sente. E mancano Berlusconi, Galliani, punti di riferimento per il Milan e per il calcio, indispensabili".
Ora tocca a Vieira. Come può aiutare Balotelli?
"Per Balotelli non dipende più dagli altri, ma solo da lui. Alla sua età, dopo tante vicende, deve scattargli la scintilla di voler fare ancora il calciatore. Gli suggerirei di leggere la poesia 'Se' di Rudyard Kipling, in cui un padre spiega a un figlio cosa è un uomo: se ne farà suo il significato troverà dentro di sé la forza di dire: 'Posso dare ancora qualcosa al calcio'. È come la felicità, si può trovare solo dentro di noi. Prima di chiedere devi dare. Poi si sbaglia, io l’ho fatto e continuerò a farlo. Ma sognando con il Ravenna".