Bjelanovic: "Brekalo, Rog, Perisic... Ecco perché tanti croati sono tornati a casa"
Al 'TransferRoom' in scena oggi e domani a Roma è presente anche Saša Bjelanovic. Ex centravanti, tra le altre, di Genoa ed Hellas Verona, è il direttore sportivo dell'Istra 1961, società di prima divisione croata. "In questi eventi possiamo mettere in mostra i nostri migliori prodotti, cerchiamo di valorizzarli. Quest'anno abbiamo una rosa abbastanza giovane, con tanti Under 21, e per le squadre italiane potrebbe esserci qualche giocatore interessante, anche perché i nostri prezzi sono più bassi rispetto a quello delle big croate".
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"Volevo portarlo in Croazia già ai tempi dell'Hajduk, ma non ci riuscii, arrivò a Spalato ma non sotto la mia gestione. Negli anni ci siamo promessi di ritrovarci e quando c'è stata possibilità di prenderlo non ci ho pensato due volte. E anche lui ha accettato senza riserve, nonostante una società un po' più piccola rispetto a quelle dove ha lavorato. Ma ci ha risvegliato, sia dal punto di vista dei risultati e della passione".
Come mai a gennaio tanti giocatori croati come Brekalo, Rog o Perisic hanno deciso di tornare in Croazia?
"Perché quest'anno la Dinamo non è più quella degli scorsi anni che stravinceva il campionato. Rijeka e Hajduk stanno provando a vincere il campionato insieme alla Dinamo e quindi s'è creata questa competizione interna. La conseguenza è che i club non si risparmiamo dal punto di vista economico. Questa caccia al primo posto ha portato le prime tre società ad aprire di più il portafogli. Fino a qualche anno fa era impensabile, guarda Brekalo o Perisic nell'Hajduk".
Da ex centravanti, cosa ne pensi dei pochi numeri 9 a disposizione dell'Italia?
"E' una specie in via di estinzione... L'Italia era famosa per i grandi bomber, c'erano sempre giocatori importanti in questo ruolo. Ma io non credo sia solo un discorso italiano, è generale: ci sono sempre meno numeri 9 alla Vieri. E mi rendo conto che per il ct Spalletti non è facile, dovrà fare davvero un grande lavoro per vincere perché il livello degli attaccanti in questo momento non è al top, non è al livello delle nazionali che puntano a vincere qualcosa".
Che Croazia ci troveremo di fronte a giugno?
"E' una nazionale molto strana, che ha qualità ma va tanto sulle motivazioni. In queste competizioni hanno questo senso di appartenenza che permette alla squadra di andare oltre le sue qualità. Anche in Croazia non abbiamo grandi attaccanti, ma spero che l'Europeo possa andare bene. Sarà l'ultimo di Luka Modric e di tanti giocatori della sua generazione".