Giuseppe Bergomi, lo zio di casa Inter. Che non andrà negli Stati Uniti a fine carriera
Con quei baffi un po' così, nessuno oggi penserebbe che l'esordio di Giuseppe Bergomi fosse arrivato solamente quando di anni ne aveva sedici. Rivedendo le foto dell'epoca sembrerebbe quasi più vecchio di ora, ma sarebbe solamente un'illusione. In campionato verrà inserito solamente un anno dopo, nel febbraio del 1981, contro il Como.
Da lì in poi lo "Zio" non esce più dalla formazione, o quasi. Esordisce in Coppa dei Campioni contro la Stella Rossa, finisce nel giro della Nazionale e viene convocato per il Mondiale 1982 dove diventa Campione del Mondo, giocando tre partite: subentrando nel secondo turno contro il Brasile nel Miracolo del Sarria, poi giocando da titolare la semifinale contro la Polonia e la finale contro la Germania. Non male per un neo maggiorenne, verrebbe da dire. 81 presenze in Nazionale, 757 con i club.
Alla fine Bergomi vestirà solamente la maglia dell'Inter, nonostante un discreto abboccamento con i New York Metrostars, squadra dove già giocava Roberto Donadoni, altra colonna della Nazionale anni ottanta-novanta. "Avevo un mezzo accordo per andare a New York da Donadoni - ha spiegato in un'intervista - ai Metrostars, poi ci fu un problema con gli stranieri. Stavo aspettando, poi Gordon Strachan, tecnico del Coventry, venne in sede all'Inter: Sandro Mazzola mi convocò propose di andare. Si stava ritirando Ronald Nilsson, tornava in patria. Io presi tempo aspettando l'America, però saltò e si fermò tutto... Poi sono venuti a fine giugno quelli di Tele+ ed è iniziata la seconda parte della mia vita. Se lo rimpiango? Sarebbe stato bello, dico la verità, è l'unico piccolo rimpianto ma si è aperta una strada che sto cercando di onorare al meglio da tempo". Oggi Giuseppe Bergomi compie 61 anni.