Abel Balbo, da ragazzo giocava centrocampista. Uno Scudetto con la Roma, coppe a Parma
Centrocampista o attaccante? Sicuramente il secondo, ma non finché era un ragazzino. Abel Balbo fino ai quattordici anni giocava in mediana. Nei tornei della domenica, con suo zio che era peraltro il suo allenatore. Poi, però, va a San Nicolas, paese natale di una leggenda del calcio italoargentino come Omar Sivori. Ci rimane fino ai diciassette, cambiando il proprio ruolo e guadagnando un provino per l'Independiente, il re di Coppe del calcio sudamericano. Qui cambia tutto, perché la sorella fa la segretaria del vicepresidente al Newell's Old Boys e decide di organizzare un provino per Abel - che andrà bene - nella sua squadra.
Segna tanto, tantissimo nelle giovanili, innescando una rapida impennata. 32 gol in 15 partite nell'ultimo anno, i rosarini vincono il campionato e il Verona gli fa firmare un contratto. Bagnoli lo boccia, rispedendolo in prestito al River Plate: qui guadagna la Nazionale dell'Argentina, con l'Udinese che decide di ingaggiarlo con Nestor Sensini. Alla prima stagione in Serie A segna 11 gol, ma l'Udinese retrocede. L'anno dopo 22, senza salire, poi ancora 11, stavolta con la promozione.
Il campionato successivo è la consacrazione: 21 gol più uno allo spareggio, in Serie A, con la Roma che lo chiama. C'era anche l'Inter, che aveva già quattro stranieri come Pancev, Sammer, Shalimov e Sosa. Balbo è così il primo acquisto dell'era Sensi, 18 miliardi, con cinque ottime stagioni. Al Parma vince anche Coppa Italia e Coppa UEFA, quando torna in giallorosso vince lo Scudetto. Oggi Abel Balbo compie 58 anni.