Non c'è altra strada? I dubbi di Spalletti: per giocare questo calcio serve più qualità
Solo il tempo ci dirà se la brutta Nazionale vista ieri sera al Dall'Ara è figlia di una condizione fisica ancora non ottimale o di motivazioni più profonde e preoccupanti. La gara contro la Turchia, il poco emozionante 0-0 del Dall'Ara concluso tra pochi applausi e tanti fischi, ha consegnato a Luciano Spalletti ancora più dubbi rispetto a quelli che già aveva quale ora fa. Non è solo una questione di tagli, decidere dopo il test amichevole di oggi chi lasciar fuori dalla lista dei 26. E' soprattutto una questione di prospettiva, di scelte da fare nelle prossime partite contro nazionali di questo livello o anche superiori.
Quella di Spalletti è fin qui una Nazionale a cui è sembrato mancare non solo il pilota automatico per sapere in ogni occasione cosa fare, ma soprattutto la qualità per mettere in difficoltà una Turchia che quasi sempre s'è difesa contro un possesso palla impreciso, facile da stanare.
Nel post-partita il commissario tecnico non ha cercato scorciatoie. Nella spiegazione di un deludente 0-0 poteva trincerarsi dietro una condizione fisica non ottimale e invece ha spiegato che la sua Italia è andata in difficoltà solo perché ha sbagliato tanto. Troppo. "Abbiamo perso troppe palle banali e quelle sono cose che vanno a pesare sull'economia della partita - ha dichiarato in conferenza stampa -. Mi aspettavo ci fosse un po' di stanchezza in alcuni elementi, per diversi motivi poteva non esserci brillantezza ma noi la abbiamo spezzettata ancora di più proprio per questi errori. Dobbiamo migliorare nella qualità e nell'intensità, anche se l'intensità è conseguenza della qualità".
L'analisi è stata di quelle lucide, molto meno la prestazione di una squadra che a conti fatti ha costruito una sola occasione da rete, un palo colpito da Cristante su un corner calciato da Pellegrini. Poi tanto prevedibile possesso palla, anche se poi nella ripresa questa percentuale - complici i tanti errori a cui era sempre più faticoso rimediare - s'è inevitabilmente abbassata.
Il problema per il commissario tecnico sarà adesso capire dov'è la verità: se intravede in questo gruppo gli enormi passi in avanti necessari per difendere il titolo provando a controllare sempre la partita oppure, perché no, pensare che anche altre strategie di gioco siano possibili. Lui stesso ieri in conferenza stampa ha parlato di questa seconda possibilità: "Mi aspettavo qualcosa di più come qualità e non avendo avuto qualità si è dovuto correre di più, s'è fatta più fatica. E' tutto abbastanza incatenato. Poi si può fare una scelta diversa, ovvero lasciargli palla, tornare dentro la nostra metà campo e spendere di meno. Però quando vai a prenderla e poi la prendi e la gestisci, la devi gestire meglio. Altrimenti meglio ritirarsi e concedere il gioco a loro, così quando prendi palla puoi fare quella ripartenza spedendo meno energie perché non tenti tutte le volte di andargli a prendere il pallone".