Manicone: "Questa Svizzera ha tanti... Calafiori. Italia, guai a fare come la Francia"
Antonio Manicone, che partita sarà Svizzera-Italia?
"Una gara difficile, la Svizzera sta bene. La cosa fondamentale è che l'Italia resti concentrata su sé stessa: deve sapere certo come gioca la squadra di Yakin, ma poi non c'è troppo tempo per pensare agli avversari. Se ci concentriamo sulle nostre qualità possiamo farcela, siamo forti".
Qual è la squadra favorita?
"Lasciamo che lo siano loro... La Svizzera sta bene, è in fiducia e ha giocatori forti. Dopo questo girone è aumentata in loro l'autostima e la consapevolezza di essere forti: si sente questa fiducia anche nelle dichiarazioni".
Tre anni fa avete sfiorato le semifinali
"E adesso questo è il loro obiettivo, il loro sogno. Nell'ultimo Europeo la Francia ci sottovalutò e la battemmo ai rigori, ma poi proprio i tiri dagli undici metri - dopo parte della gara in inferiorità numerica - ci condannarono contro la Spagna".
Quali sono i punti di forza della Svizzera?
"Hanno tanti giocatori forti e sono in fiducia. Sommer ha vinto il campionato con l'Inter, Akanji col Manchester City, Xhaka col Bayer Leverkusen. Poi ci sono tre giocatori del Bologna che dopo un anno con Motta hanno imparato a muoversi nel campo senza dare punti di riferimento. E in attacco c'è Embolo, una vera forza della natura".
Spalletti ha scelto Mancini per sostituire Calafiori, è d'accordo?
"Spalletti è lì e li visiona ogni giorno e poi lui è un genio. Mi piace molto come allenatore e sa benissimo che in questo momento l'aspetto mentale è quello più importante, che le altre cose vengono dopo. E su questo bisogna fare grande attenzione. Ripeto: la Svizzera è in fiducia".
Loro hanno sfiorato il primo posto nel girone, noi l'abbiamo superato a fatica
"E ora si vede che hanno la consapevolezza di essere forti, hanno grande capacità di fare gruppo in queste competizioni. Si, da questo punto di vista la Svizzera ci è superiore, stanno giocando con una compattezza e uno spirito incredibile".
E in cosa è superiore l'Italia?
"Nelle individualità. La partita contro la Spagna ci ha buttato giù, ma dobbiamo tornare a pensare che siamo forti, dobbiamo avere questa consapevolezza perché la nostra è una squadra di tutto rispetto. Donnarumma resta uno dei migliori portieri al mondo, abbiamo Bastoni Jorginho, Barella, Chiesa... Siamo forti, dobbiamo crederci. Anche perché in giro a eccezione della Spagna non ho visto tutte queste corazzate".
Tre anni fa contro la vostra Svizzera vincemmo 3-0, cosa è cambiato da allora?
"Tutto. E scordiamoci quel 3-0 perché dopo quella partita e grazie a quella partita cambiammo atteggiamento e modo di giocare. Fummo presuntuosi. Quella sconfitta fu la svolta del nostro Europeo, ci permise di arrivare a un passo dalle semifinali".
La Svizzera ha attraversato un momento complicato a novembre, poi è rifiorita anche grazie a un patto tra Xhaka e Yakin
"Dopo le qualificazioni c'era un po' di delusione per gli ultimi risultati e il secondo posto alle spalle della Romania. A quel punto la Federazione ha iniziato dei colloqui coi giocatori, con l'allenatore, e la squadra da quel che so ha ritrovato la giusta strada per andare avanti. Però non bisogna dimenticare un altro aspetto..."
Sarebbe?
"Che i leader di questa Svizzera sono allenati nei club da grandissimi allenatori. Capitan Xhaka ha avuto Arteta e poi Xabi Alonso, Akanji ha Guardiola, Aebischer, Ndoye e Freuler hanno avuto Thiago Motta. Tutti abbiamo visto il coraggio di Calafiori dopo un'annata con Motta, il suo spirito. Ecco, loro hanno tanti... Calafiori. Ci ritroveremo di fronte tanti giocatori con questa personalità e intraprendenza".
Con quale consiglio vuole concludere questa intervista?
"Dico a Spalletti di non fare come la Francia tre anni fa: era fortissima, ma ci sottovalutò e la eliminammo agli ottavi. La Svizzera sta bene: la differenza a questi livelli lo fa soprattutto lo stato di forma, avere giocatori freschi nel momento giusto, e loro sembrano averne diversi".