Ibra, ma Fonseca ti piace ancora? Ranieri non guarisce la Roma. Gasp può restituire il vero Zaniolo al calcio italiano. Thiago Motta e Vlahovic sono da Juve? Italiano una festa stonata
Un’altra delusione per il Milan. Che resta un caso aperto. Dopo il grigio 0 a 0 con il Genoa a San Siro vorrei chiedere a Ibra se Fonseca gli piace ancora. Possibile che un uomo della personalità di Zlatan accetti di vivere in questo limbo. Con il rischio sempre più reale di non centrare la qualificazione per la prossima Champions. Insomma, Ibra se sei ancora Ibra batti un colpo. Velocemente. Amche la sconfitta della Roma in casa del Como è sorprendente. Avevo la sensazione che Ranieri avesse trovato la strada giusta per rilanciare la squadra giallorossa. Invece niente. La stagione della Roma rischia di essere un fallimento e in questo caso è lecito aspettarsi una rivoluzione totale. Con Ranieri che dovrò individuare il tecnico giusto per ripartire. Il mondo giallorosso non merita questa mediocrità.
Ormai il gioco è scoperto. La Dea è una delle più credibili candidate alla conquista dello scudetto. La corsa al titolo si sta scremando di partita in partita. L’Atalanta ha dimostrato di avere ormai la continuità tipica delle grandi squadre. E Gasp è un fantastico condottiero. Nella classifica di quanto incidono gli allenatori è sicuramente davanti a Simone Inzaghi e a Conte. Gli altri due tecnici in corsa per il tricolore. Gasp sta riuscendo in un’impresa che onestamente ritenevo pari a una Mission Impossible e cioè restituire il vero Zaniolo al calcio italiano. Il tecnico della Dea lo ha voluto (e già questa è stata una grande scommessa), lo ha aspettato in estate quando si è subito infortunato e lo ha inserito al momento giusto. Non solo. Poiché il Gasp è il Gasp e può permettersi di tutto lo ha anche rimproverato per l’eccesso di festeggiamenti dopo gol decisivi.
Tanta roba. Vedrete che di anno in anno ci saranno sempre più talenti che lo vorranno come guida tecnica. E anche un po' spirituale.
Un tecnico invece sotto esame è Thiago Motta. In pochi giorni è passato dalla vittoria in Champions contro il City al pareggio recuperato per i capelli contro il Venezia. La Juve è un progetto incompiuto. E Thiago Motta con questi continui alti e beassi è più che mai sotto osservazione. Nella seconda parte della stagione dovrà dimostrare di valere la panchina bianconera. E’ vero, non è stato aiutato dal diesse Giuntoli che stavolta ha condotto una campagna acquisti insufficiente. Ed è vero che ha dovuto convivere con una lunga lista di infortunati. Ma un allenatore da grande club deve saper sviluppare in corso d’opera piani alternativi. Thiago Motta, invece, sembra quasi irretito dentro un progetto tecnico senza lampi, mediocre. Anche Dusan Vlahovic è sotto esame. Pure lui dovrà dimostrare di essere un centravanti da Juve. La lite con alcuni tifosi bianconeri al termine della gara contro il Venezia (ricordiamo che uno lo ha minacciato di morte) è un pericoloso campanello d’allarme. Il centravanti della Juve deve saper reggere certe pressioni. E avere continuità. Invece con Vlahovic, come con Thiago Motta, sembra di viaggiare sulle montagne russe. A volte benissimo, a volte bene, a volte male, a volte malissimo.
Chiudo con un altro allenatore, Vincenzo Italiano. Era chiaro che avesse mille e un motivo per voler battere la sua Fiorentina. Ma i suoi atteggiamenti durante la gara e alla fine sono apparsi stonati. Non pretendiamo di avere in panchina tutti Ancelotti ma un minimo di rispetto per una società e una tifoseria con le quali ha percorso tre anni insieme era lecito aspettarlo. Italiano invece ha fatto un triste autogol.