Villas-Boas stupisce: "Senza di me il Porto sarebbe stato venduto a un fondo americano"

Il Porto a un fondo straniero? Non è utopia, ma un rischio non concretizzato grazie all'arrivo di André Villas-Boas. L'ha svelato senza peli sulla lingua l'attuale presidente dei Dragoes in un'intervista a L'Équipe, in cui ha discusso la situazione finanziaria del club portoghese: "Abbiamo contattato istituzioni internazionali per rifinanziare il debito del club. Siamo riusciti a raccogliere 115 milioni di euro al 5,62%, mentre il debito del Porto era fino ad allora indicizzato a tassi compresi tra l'8 e il 13% all’anno. Avevamo bisogno di generare 15 milioni immediatamente per pagare gli stipendi dei dipendenti e dei giocatori".

Proseguendo: "La situazione era davvero critica. Se non fossimo stati eletti, penso che il club sarebbe stato venduto a un fondo americano entro uno o due anni, al massimo. C'erano 8.000 euro sul conto corrente", l'ammissione sconvolgente di Villas-Boas.

I primi giorni sulla poltrona del Porto sono stati alquanto difficili: "Quando devi, ad esempio, lasciare in attesa persone che guadagnano 1000 euro al mese per permettere al club di riprendersi e di poter effettuare i pagamenti, è doloroso. Molti giocatori sono andati via a parametro zero, sono stati pagati molti soldi agli intermediari. Mentre al Benfica e allo Sporting il 40% del valore delle vendite entra nelle casse del club, al Porto era solo il 10%, a causa di vari accordi".

Ma il presidente ora garantisce che la situazione sta migliorando: "Stiamo già registrando una crescita del 30-40% delle nostre entrate commerciali. Per quanto riguarda le cessioni, la commissione media pagata dal FC Porto agli intermediari era del 13%. Noi l'abbiamo ridotta del 3%. Abbiamo cambiato il direttore sportivo, quello delle formazioni, delle performance, del calcio femminile e del scouting".