Perché il Fenerbahce? Mourinho: "Stesso fuoco e stessa ambizione, non mi pento di essere qui"
Il tempo passa per tutti, i capelli diventano grigi...ma c'è chi ha la stessa ambizione di sempre. Naturalmente parliamo di José Mourinho, che oggi in Olanda sfiderà il Twente in Europa League per la seconda apparizione europea del suo Fenerbahce dopo il 2-1 rifilato al St Gilloise. In prima battuta, in conferenza stampa, l'allenatore portoghese di 61 anni si è soffermato sulla possibilità di arrivare al trionfo anche con la squadra turca che ha cominciato ad allenare in estate dopo un periodo di fermo e l'esonero della Roma.
Fame di trofei: "Ho vinto la Champions League con il Porto 20 anni fa (2003/04), ma due anni fa ho vinto la Conference League (2021/22) con la Roma e un anno fa, con lo stesso club, ho perso (con un gesto per dire che non era proprio così, ndr) la finale di Europa League (2022/23). Quindi non si può dire che 20 anni fa ero ambizioso e ora non lo sono più. L'ho dimostrato negli ultimi due anni. Essere al Fenerbahce è l'opposto di non avere ambizioni. Il Fenerbahce è ambizioso anche se le condizioni per raggiungere i suoi obiettivi sono estremamente difficili. Ho lo stesso fuoco, la stessa ambizione. Faccio ancora le mie cose emotive, prendo ancora i cartellini gialli (ride, ndr). A parte il mio aspetto (indica i capelli, ndr)... non è cambiato nulla!”.
Lo Special One sa che il Fenerbahce deve superare ostacoli ostici per poter replicare quanto fatto altrove: "Il Fenerbahce vuole vincere trofei. In Turchia abbiamo buoni avversari. In Europa League ci siamo resi conto che il livello dei nostri avversari è molto alto. Abbiamo sette partite per fare il numero di punti che ci servono per raggiungere la seconda fase. Non so quanti ce ne servano. Quando ci arriveremo penseremo alla terza fase”.
Passando poi ad una scomoda assegnazione, ossia l'assistente dell'arbitro Stuart Attwell per la partita di oggi. Lo stesso della controversa finale di Europa League persa al timone della Roma - diretta in primis dal direttore Anthony Taylor: ”Non è un problema, credo nell'onestà degli arbitri. Ma ho brutti ricordi, è stato un giorno molto brutto per loro e ha influenzato la storia di un club, dei tifosi, dell'allenatore e dei giocatori. Non lo dimenticherò".
Assunto a giugno, Mou è concentrato sul progetto: “Quando si abbraccia un club, lo si abbraccia con forza. Non posso dire che sia più importante vincere il campionato spagnolo con il Real Madrid che il campionato turco con il Fenerbahce. Non c'è differenza. Non mi pento di essere venuto qui e sono concentrato su ciò che devo fare nel club”.