Neville si racconta: "A Valencia capii di non essere a livello dei grandi allenatori"
Gary Neville ha raccontato nel podcast Stick to Football la sua avventura sulla panchina del Valencia, la prima e unica esperienza da primo allenatore. L'ex terzino del Manchester United ha ricordato di essersi sentito più volte inadeguato, soprattutto quando si è ritrovato ad affrontare allenatori di grande esperienza: "Dopo un paio di mesi di lavoro a Valencia, mi guardavo allo specchio e pensavo di essere malato.
Ricordo che abbiamo giocato tre volte contro l'Athletic di Ernesto Valverde. In una di queste partite aveva preparato un sistema di gioco diverso da quello che pensavo che avrebbe utilizzato; in quel momento ho capito di non essere neanche lontanamente vicino a quel livello. Mi sentivo enormemente inferiore a lui, non avevo idea di cosa stesse succedendo. Con Valverde è stata la prima volta che mi sono sentito a chilometri di distanza dai grandi allenatori. Poi ho affrontato Simeone, e quel giorno ho avuto la sensazione che mi stesse colpendo in tutti i modi: con la sua tattica, le sue intimidazioni, la gestualità.
Poi arrivò Luis Enrique: il Barcellona ci batté 7-0 in Copa del Rey e sul 5-0 non sostituì Neymar, Messi e Suárez... Alla fine della partita mi passò accanto e non mi strinse la mano, cosa che ho interpretato come se mi stesse mandando un messaggio: non appartenevo a quel mondo. Benítez invece è stato buono con me: giocammo contro il Real Madrid e lui era sotto pressione, ma dopo la partita venne e mi strinse la mano".
Neville ha guidato il Valencia in 28 partite, con un bilancio di 10 vittorie, 7 pareggi e 11 sconfitte. Il 7-0 contro il Barcellona fu decisivo per il suo esonero e non si è mai più seduto in panchina.