David Moyes, altro che ritiro: "Non mi considero finito, ma non voglio lottare per la salvezza"
Sostituito da Lopetegui al West Ham, David Moyes ha dichiarato di non essere ancora pronto per ritirarsi. L'allenatore di 61 anni scozzese ha una carriera importantissima, da più di 1100 partite in sei club, avendo iniziato al Preston nel 1998 prima di Everton, Manchester United, Real Sociedad, Sunderland e infine lo sbarco dagli Hammers. Moyes è fuori dai giochi dallo scorso maggio, accostato a numerosi incarichi e con alcune offerte ricevute.
Eppure nell'intervista rilasciata alla BBC, Moyes non nega di vivere bene la pausa dal calcio: "Non mi considero ancora finito, ma sicuramente sto godendo di un po' di tempo libero. L'unica cosa che non farò è mettere sotto pressione personalmente un altro allenatore, perché non ci credo. Non mi è piaciuto quando mi sono trovato in quella posizione io stesso. Stiamo tutti invecchiando un po' e devo assicurarmi di fare la cosa giusta per me stesso. Il calcio è nel mio sangue. È così da quando ero bambino. Amo guardare il calcio e ho apprezzato la mia carriera".
Tuttavia, in caso di nuova opportunità per tornare in pista non ci penserebbe su due volte: "Se ci fosse un altro capitolo, che vada così. Ma vorrei che fosse un capitolo positivo. Non vorrei entrare in una situazione molto difficile. Non voglio essere in fondo alla classifica a lottare per non retrocedere, cosa che mi è successa alcune volte, quindi vedremo come andranno le cose".
Il trionfo in Conference League è un'emozione che non si toglierà mai di dosso: "È stato un momento fantastico. Ma è stato istintivo. Non avevo vinto nulla prima, quindi non avevo niente di pianificato. Non ho mai pensato che la mia carriera dovesse essere definita da quella vittoria. La mia carriera era già stata buona: è stata lunga e ha avuto alti e bassi, ma penso che sia così per la maggior parte delle persone. Non credo che la vita di qualcuno vada sempre nella stessa direzione. Bisogna affrontare le difficoltà. Ci sono momenti in cui bisogna scavare in profondità e mostrare resilienza. Io sicuramente ho dovuto farlo negli anni, ma vincere a Praga è stato magnifico".