Accuse di stupro, l'avvocato di Mbappé si rifiuta di rispondere. Focus sul caso legale col PSG
Un caso dopo l'altro da risolvere. È questo il momentaneo presente di Kylian Mbappé, finito in un vortice apparentemente senza fine di polemiche e critiche tra l'assenza in Nazionale, il caso misterioso dell'infortunio, la scorribanda serale a Stoccolma in un nightclub e in ultima battuta l'accusa di stupro e violenza sessuale piombata dalla stampa svedese.
Ma oggi era anche la giornata dedicata al caso aperto con il PSG. Intervistata a margine del suo arrivo alla sede della LFP, l'avvocato dell'attaccante francese ha sottolineato che l'obiettivo principale della sua giornata è l'udienza davanti alla commissione d'appello congiunta dell'organismo: "Sono qui per appellarmi alla decisione della commissione legale", ha dichiarato martedì Delphine Verheyden di fronte alle accuse di stupro.
E ancora: "Non posso nascondere che oggi sono molto concentrata. Sono lieta che molti di voi siano interessati a questa decisione della Commissione d'appello". L'avvocato ha concluso con un sorriso entrando nella sede del LFP: "Grazie e a dopo. L'ultima informazione sarà a breve, perché la commissione non ha ancora avuto luogo. Grazie e a dopo, questa è la notizia di oggi. Non lasciatevi intrattenere", la chiosa.
La controversia col PSG. Quando Kylian Mbappé ha lasciato il Real Madrid da free agent la scorsa stagione, ha preteso dal club parigino quasi 55 milioni di euro per stipendi e bonus non pagati. Al contrario della dirigenza parigina che insiste tutt'ora sul fatto che il contratto di KM sia stato modificato dalle sue varie dichiarazioni e promesse prima della sua partenza per la Spagna.