Oliver Giroud saluta l'Italia e va negli Stati Uniti. I numeri dei tre anni di Milan
Giroud saluta l'Italia. Lo fa dopo tre anni intensi, da grande attaccante qual è stato. Campione del Mondo senza mai tirare in porta, fra le altre cose, ma anche fondamentale per lo Scudetto di due anni fa, quando con un suo gol - quello del "si è girato Giroud" - ha cambiato la storia del campionato, nel derby contro l'Inter. 131 le presenze, 48 gol e 20 gli assist in tre stagioni, partendo da vice Ibrahimovic e arrivando a 38 anni a essere intoccabile, o quasi.
Queste le motivazioni di Giroud sulla scelta di andare in Major League Soccer. "Ho sempre desiderato finire lì la carriera, anche da un punto di vista familiare, per l'esperienza di vita e la possibilità di scoprire un paese lontano ma pur sempre anglofono, un aiuto per i miei figli che sono nati a Londra. Ritrovare Lloris negli Stati Uniti? È una cosa bellissima, mi ha parlato della vita a LA, del club e dei tifosi, così come delle persone che lavorano nel club come John Torrington, il direttore che è venuto a Milano per vedermi e farmi firmare il contratto".
Invece sull'amore per il Milan. "Volevo lasciare con un trofeo. Sai quanto sono un competitore. Ho dato tutto per questa maglia dal primo giorni. Il più importante adesso è di tenere questo secondo posto. L'ultima partita in casa sarò molto emozionato ma io voglio finire bene, voglio ringraziare i tifosi. Ho tanta stima per queste persone che lavorano qua, a Casa Milan, a Milanello. I tifosi mi hanno accolto molto bene. Non potevo sognare di un primo anno così, con lo Scudetto, e tutte le emozioni favolose che abbiamo vissuto insieme. Sono molto molto orgoglioso. Sono nato nell''86 quindi ho visto la squadra di Maldini, che voglio anche ringraziare, perché lui e il mister mi hanno dato questa fiducia. Ho iniziato a guardare il Milan quando ero piccolo e dopo, e poi da ragazzo Sheva era il mio giocatore preferito. Il Milan ha vinto tanto. In Italia solo il Milan.