Inter, De Paola: “È la delusione più forte. Dati per favoriti, non hanno preso il largo”
Il Direttore Paolo De Paola è intervenuto durante L’Editorilale, in onda su Tmw Radio.
Ieri Conte si è lamentato della gestione del Var. Che idea si è fatto?
“Innanzitutto mi permetto di contestare l’esperto Marelli, perché quando si spiega qualcosa ad un allenatore come Conte la si deve spiegare per bene. Marelli ha detto che il Var in quel caso non sarebbe potuto intervenire, ma non è vero. Il Var è intervenuto e ha constatato che c’è stato un contatto tra i giocatori protagonisti del contrasto in area di rigore. Se non ci fosse stato il contatto, il Var sarebbe intervenuto. Per me poi quello non è mai rigore, dato che il contatto è veramente minimo, ma il Var ha valutato e ha deciso che fosse una decisione a discrezione del direttore di gara. Per quanto riguarda le proteste di Conte bisogna dire che il rigore fischiato al Napoli con l’Empoli era ancora più leggero di quello di ieri. Su questi interventi bisogna rivalutare il protocollo, che al momento non serve a nulla.
A Conte ad ogni modo è stata comunicata una cosa sbagliata.
Io vorrei che ci fosse un addetto all’arbitro, una sorta di esperto istituzionale. Un delegato insomma che chiarisca la posizione dell’arbitro su determinati episodi, perché altrimenti si generano delle confusioni”.
Come escono Inter e Napoli dalla sfida di ieri?
“Il miracolo lo sta facendo il Napoli, che finora ha pareggiato in casa della Juventus, ha vinto in casa del Milan e ha pareggiato in casa dell’Inter. Dopo un ciclo terribile si ritrova ancora primo. L’Inter esce ridimensionata, perché non è riuscita a chiudere la partita nel momento decisivo. Conte è un signore allenatore e ha rimesso insieme i cocci, rilanciando il Napoli nella lotta scudetto.
Il fatto che ci siano così tante squadre a ridosso della vetta ci racconta di come la delusione più forte sia l’Inter, che era data favorita da molti e che invece non è riuscita a prendere il largo. Ora con sei squadre in due punti è tutto aperto”.
La Juventus vince anche il derby della Mole contro un Torino estremamente deludente. Che Juventus può essere da qui in avanti?
“Se andiamo a guardare nel plotone di vetta, la Juventus ha il miglior rapporto tra gol fatti e gol subiti. Questo rapporto è da media scudetto, perché nessun altro è imbattuto e ha questi dati. Nella Juventus c’è insomma un equilibrio tra gol fatti e gol subiti. Quando si punta sui giovani poi bisogna crederci veramente. Quando si mette dentro un giovane per poi lasciarlo fuori nella partita dopo significa non crederci veramente. Motta invece sta credendo in Yildiz e sta rilanciando anche Weah. Pure Savona, neo convocato da Spalletti, non ha paura di spingersi avanti e ha caratteristiche idonee al calcio di Motta. Mi fa anche piacere vedere spesso Kalulu in zona gol.
La Juventus mi aveva spaventato contro lo Stoccarda e anche un po’ conto il Parma; in quelle sfide la squadra era apparsa impotente nell’interrompere le azioni avversarie, ma ultimamente non è più successo. Questo è il lavoro di un allenatore che sta puntando sui giovani, a differenza di chi ha mandato via i vari Dybala, Kulusevski, De Ligt e Miretti per potersi fidare di elementi come Di Maria. Se tu hai una filosofia del genere non puoi avere futuro, mentre ora Motta sta riuscendo a trovare delle cose nei giovani che prima non erano state viste”.
L’Inter ha vinto un solo scontro diretto con l’Atalanta, è un campanello d’allarme?
“È ciò che dicevo. L’Inter ha rinforzato un centrocampo già fortissimo, ha rimpolpato l’attacco ed era consolidata dopo la vittoria dell’anno scorso. Finora è la squadra che ha permesso un campionato così aperto grazie ai suoi passi altalenanti. Continuo però a pensare che sia la più pronta per vincere lo scudetto e il ritorno di Clahanogli, rigore escluso, ha ridonato imprevedibilità”.
A Roma intanto è stato mandato via anche Juric. Come si può trovare una soluzione a questa situazione?
“Quando ho visto a Juric piangere nella partita con la Fiorentina ho provato tenerezza. Era un allenatore sbagliato sin dall’inizio, perché non si può lasciare un tecnico da solo in quel tipo di spogliatoio. Mi sembra evidente che i vari Mancini, Celik o Cristante abbiano fatto sollevare dei dubbi anche sul loro rapporto con De Rossi e con lo stesso Juric. Questa situazione va risolta non prendendo un altro tecnico, perché lo si lascerebbe nella stessa situazione del tecnico croato. La soluzione sarebbe richiamare De Rossi, convincendolo a tornare facendosi aiutare da una figura come Ranieri. Solo così si può risanare la situazione all’interno dello spogliatoio. La dirigenza intanto continua a dimostrarsi lacunosa nella comunicazione, pera anche il povero Ghisolfi è mandato da solo allo sbaraglio”.
In Nazionale Retegui o Kean titolare?
“Kean è un bel rimpianto per la Juventus, perché nessuno si poteva aspettare un exploit così. Lui ha una velocità una robustezza fisica che sarebbero ideali per dare respiro a Vlahovic. Spalletti comunque credo preferisca ancora Retegui per determinate caratteristiche, ma Kean sta crescendo”.