4 dicembre 2011, saluta la Democrazia. Socrates muore all'ospedale di San Paolo
Il 4 dicembre del 2011 una parte di San Paolo se ne va. Perché all'ospedale Albert Einstein, in Brasile, muore Socrates. Un filosofo del calcio, con la sua Democrazia Corinthiana - un'autogestione gestita dai calciatori, contro l'autorità dell'allenatore, allenandosi tre anni da soli - che affascina ancora a quarant'anni di distanza. Beveva e fumava tanto, troppo, anche quando giocava. Per questo aveva sofferto di emorragie all'apparato digerente e di cirrosi epatica. Sembrava però un'intossicazione alimentare, sebbene le sue condizioni fossero sembrate sin da subito come gravissime, tanto da essere sottoposto a dialisi.
Era uno dei migliori giocatori dei tre decenni precedenti. Soprannominato il tacco di Dio, perché abituato a usare la parte posteriore del piede, era laureato in medicina pur non avendo mai esercitato. Nel 1984 c'è stato anche il passaggio alla Fiorentina, dove il suo stile di vita sembrava tutt'altro che da sportivo. Ma quando la qualità e la classe sopravanzano, è anche giusto cedere il passo e godersi per quanto bello fatto.
250 gol in 469 presenze, di cui nove in trentatré alla Fiorentina. Per essere un centrocampista Socrates era quasi chirurgico nell'andare in rete. Ventidue quelle con la maglia della Seleçao, in 60 partite.