10 novembre 2001, il grosso grasso addio al calcio di Diego Armando Maradona
il 10 novembre del 2001, lo stadio Bombonera di Buenos Aires dice addio al suo massimo maestro, cioè Diego Armando Maradona. È il giorno del saluto del Pibe de Oro, quarantunenne, al calcio. Probabilmente il pallone lo aveva salutato molto prima, visto che è grasso e non sta per niente bene, in balia delle sue dipendenze. Oltre a essere rifugiato a Cuba per provare a curarsi, anche se la seconda parte della frase sembra davvero un eufemismo.
E si gioca. Argentina contro il Resto del Mondo. Dall'altra parte della barricata ci sono calciatori icona, come Juan Sebastian Veron, Enzo Francescoli, Hristo Stoichkov, René Higuita, Carlos Valderrama, Eric Cantona. Giocatori che andavano oltre il calcio, ma che erano talenti generazionali prestati anche alla politica e ai comportamenti stravaganti. L'evento è trasmesso da Stream, ma molti locali si attrezzano con la tv pirata. Maradona ha già problemi di cuore ed era andato a salutare, qualche tempo prima, Carlos Menem, ex presidente dell'Argentina fan del River Plate, con un travestimento da Bin Laden. Erano solamente pochi giorni dopo l'attentato a New York delle Torri Gemelle, non un bello scherzo.
La partita finisce 6-3, con Maradona protagonista nonostante il fisico non lo assista più. Claudio Lopez segna subito, Davor Super pareggia. Poi Aimar firma il vantaggio su assist proprio di Diego che, da par suo, andrà poi sul dischetto per il 3-1, litigando con Higuita: esultanza con maglia del Boca sotto quella dell'Argentina. Poi Castroman, Aimar e ancora Maradona, di nuovo su rigore, mentre Cantona e Higuita firmano il risultato finale.