Avellino, D'Agostino: "Playoff? Testa e forze. Col sostegno di tutti, sarà bella musica"

Dalle elezioni per la presidenza della Lega Pro ai 27 punti nelle ultime 18 gare, passando poi per riforme e calciomercato: un mese intenso, quello da poco trascorso, per l'Avellino, che si è trovato operativo su più fronti, a gestire non solo gli umori della piazza ma anche le contingenti situazioni esterne che hanno rivoluzionato il mondo della Serie C.
Di tutto questo, in esclusiva a microfoni di TuttoMercatoWeb.com, ne ha parlato Giovanni D'Agostino, Au della IDC, la società che detiene la proprietà dell’Avellino.
L'arrivo di Rastelli ha segnato un prima e dopo in questa stagione biancoverde: che bilancio traccia di questo lungo scorcio di campionato?
"Con il cambio in panchina, al netto della crescita della squadra che è sotto gli occhi di tutti, abbiamo buttato le basi per un progetto anche futuro, tanto che Rastelli ha con noi un contratto pluriennale. A cascata, sono arrivati poi gli investimenti sul mercato, fatti anche per il domani, c'è un discorso di prospettiva dietro. Certo, gli investimenti, anche importati, non sempre combaciano in immediato con i risultati, ma guardare al futuro non significa aver deposto le armi, anzi, il miglior piazzamento possibile in zona playoff rimane l'obiettivi: è un anno in cui il Catanzaro sta facendo un campionato a sé, ma noi non molliamo. Consapevoli di avere anche le basi per programmare qualcosa di importante. Basti pensare a come abbiamo valorizzati, non per prendere soldi ma perché in loro ci credevamo, tanti giovani: come noto, per regolamento, c'è un tetto di 271' da dover rispettare per poter prendere i contributi dei giovani, noi per circa 70' non ci rientriamo ma non è importante, diamo spazio alla meritocrazia e al futuro, complice poi anche il grande lavoro in quest’ottica del direttore De Vito".
Catanzaro, campionato a parte di tutta la Serie C. Nel Girone A la prima ha i punti della terza del C, la Reggiana capolista del B uno solo in più del Crotone.
"Non so se il discorso territoriale che spesso è sottinteso può valere, non so se è nel nostro raggruppamento dove c'è maggior affluenza, ma di sicuro ci sono piazze più complesse da affrontare, realtà più dure. Credo però che alla fine il Catanzaro sia stato bravo a operare su più fronti, perché vince chi spende di più ma chi amministra meglio. Noto ha la mia massima stima, stanno veramente lavorando bene, e non credo sarà una sconfitta, seppur arrivata con l'ultima in classifica, a cambiare i piani. Ma anche in questo caso si deve esser bravi a reagire, perché situazioni come queste possono incidere a livello mentale, dimostrano che è tutto aperto".
E fondamentalmente la matematica non condanna ancora nessuno. L'Avellino come intende ripartire dopo il ko contro l'Audace Cerignola?
"È vero, la matematica non condanna nessuno, ma bisogna poi esser realisti, se il Catanzaro dimostrerà di reagire sarà difficile prenderlo. Per il resto però è tutto aperto, non è la qualità che fa la differenza in un torneo come il nostro, ma la fame, l'umiltà, cose che alle volte a noi sono un po' mancate: lo dimostra il fatto che non abbiamo mai centrato più di due vittorie di consecutive. Faccio poi i complimenti alla formazione pugliese, al netto di qualche orrore arbitrale ha giocato un bella partita oltre poi ad averci accolto in modo esemplare: si sono dimostrati una bella realtà, fa il calcio come deve esser fatto. Noi comunque guardiamo già oltre, lavorando per correggere gli errori".
Accennava agli arbitri, tema che puntualmente si sente dopo ogni weekend...
"Potrei stare a parlare dei dati che ci riguardano, come a esempio i soli 3 calci di rigore a favore e i 6 contro, ma sugli arbitri voglio fare un ragionamento diverso. Purtroppo in Serie C non vengono considerati come professionisti, nonostante siano spesso proiettati a una carriera in tal senso, il dirigere gare è per loro un secondo lavoro, e non hanno la minima assistenza tecnologica, lavorando poi a rimborso spese: non si può sempre pretendere la perfezione quando loro per primi non sono messi nella condizione di averla. Le giornate storte dei direttori di gara fanno arrabbiare tutti, me compreso, ma a mente fredda ribadisco quanto detto, e dico anche che sarebbe opportuna una riforma anche di questo, sia per rispetto degli arbitri che della categoria: la Serie C, come regime fiscale, è paragonata ad A e B, ma non ha le medesime tutele. Direi che è un aspetto da rivedere".
A proposito di aspetti da rivedere, si attende adesso la riforma globale del calcio?
"Alle ultime elezioni di Lega Pro abbiamo sostenuto Marani proprio per creare una rottura col passato. Il neo presidente è un uomo di cultura, appoggiato anche dal numero uno della FIGC Gravina, e siamo quindi convinti possa essere la figura giusta per proporre una riforma organica del calcio, che guardi più ad ampio raggio, e cambi alcune storture, come a esempio la regola degli under, e vada a migliorare la sostenibilità dei club, anche con una diversa ripartizione dei diritti tv. Oltre poi a rendere più partecipi anche i tifosi, che sono linfa per i club. Su questo noi comunque già ci stiamo muovendo".
In che senso?
"Lanceremo proprio quest'oggi una nuova iniziativa per i nostri tifosi, un biglietto unico per le prossime due gare casalinghe contro Viterbese e Virtus Francavilla: nel girone di andata aveva funzionato, spero che anche stavolta si ripeta il tutto. Inizierà infatti la volata finale per i playoff, il nostro pubblico ci serve, perché vogliamo far punti così da avere ancora più carica per gli spareggi: serve arrivarci con la testa pulita, psicologicamente forti, e gestendo le forze. Sono aspetti che fanno la differenza, più dei punti della classifica della regular season: con il sostegno di tutti sarà un'altra musica".
