Giuseppe Giovinco: "Offerte? Aspetto il Taranto. Toccato il fondo si può solo risalire"

Nel giorno in cui Massimo Giove, ormai ex presidente e patron del Taranto, ha annunciato il suo addio al calcio (il club è ora nelle mani di Zerbo, con il passaggio definitivo delle quote che avverrà a Torino) l'attaccante Giuseppe Giovinco è intervenuto in esclusiva a TuttoMercatoWeb per parlare delle vicende del club, scomparso dopo l'estromissione dalla Serie C.
Il classe 1990 ha militato allo 'Iacovone' nella stagione 2021/2022 per poi farvi ritorno in questa drammatica annata. Ed ai nostri taccuini ha ribadito di essere pronto a continuare, indipendentemente dalla categoria.
Ci racconti le difficoltà che avete avuto in questa stagione, in spogliatoio?
"Le difficoltà ci sono sempre state, dal primo giorno. Non si è mai parlato di calcio giocato, fin dal primo giorno, non si è mai preparata una partita nel dettaglio, non si sono mai analizzati gli errori che si commettevano durante la gara. I giocatori che c'erano, nessuno escluso, non venivano messi nelle condizioni di poter rendere nel migliore dei modi. E' venuto fuori un disastro. Dispiace, perché me lo ero immaginato in maniera diversa".
Come te la eri immaginata?
Sapevamo che fosse una situazione difficile. Pur conoscendo la situazione, la maggior parte di noi, me compreso, al posto di andare oltre ai problemi ha usato questa consapevolezza che ci fossero difficoltà quasi come scusa. Io per esempio credevo che nella situazione difficile, se fossimo stati bravi a sfruttare questa cosa in positivo, la città lo avrebbe riconosciuto e saremmo stati in grado di fare qualcosa di veramente importante. Me lo ero immaginato così. Per poi ripartire con una nuova società, da quel punto in poi. C'era poi gente che parlava in spogliatoio con l'esterno ed allora era difficile rimanere compatti, perché fuori si sapeva tutto ancor prima che accadesse".
Cos'hai provato dopo l'estromissione dal campionato?
"E' stata una liberazione per tutti. Fin dal primo giorno andare in campo non avendo preparato la partita, con problemi su problemi, era difficile trovare le forze giuste per rendere. Purtroppo i tifosi si basano, come normale che sia, su quello che vedono la domenica, non su quanto accade in settimana. Dunque hanno tutte le ragioni per avere disappunto. Per chi tiene veramente al Taranto ed a Taranto, penso sia stata una liberazione, perché non si poteva più andare avanti così".
Dopo il tuo post su Instagram, vuoi ribadire che sei pronto a ripartire in Eccellenza?
"Il post l'ho fatto scrivendo quello che penso veramente. 3 anni fa non volevo andarmene, se l'unico modo per tornare era farlo quando il club era in difficoltà, sono contento di averlo fatto. Non era così che mi ero immaginato il ritorno, senza dubbio. Nel momento del bisogno si vedono le persone che ci tengono veramente, quando va tutto bene è facile. Delle offerte ne ho avute durante l'anno, ma ho rifiutato. Non elemosino niente, anche ora sto avendo delle offerte, ma la mia priorità è il Taranto. Se loro, con una nuova società, vogliono ripartire da me, io sarò contento di esserci. Ci dovranno essere i giusti presupposti, perché ho una famiglia e due bambini, devo tener conto anche di loro. Però loro mi appoggeranno sicuramente, sento questo dentro al cuore".
Dopo che lo hai scritto, ne hai parlato con qualcuno?
"Ad oggi non ho sentito nessuno. Finché non ci sarà un nuovo sindaco, penso che qualsiasi discussione o chiacchiera sia inutile. Una volta che sarà scelto il sindaco, sceglierà la persona migliore per riportare il calcio a Taranto e ripartire nella giusta maniera. Verrei con tutta la voglia e l'amore che ho per questa maglia e città".
Ti preoccupa il futuro del club?
"Preoccupa il fatto che ci sia un amore smisurato per quella squadra, quei colori, quella città. E dispiace ripartire dall'Eccellenza. Nell'ottica futura di un nuovo stadio, un nuovo gioiellino, che i tifosi debbano ripartire dal punto più basso. Nel momento in cui tocchi il fondo però puoi solo ripartire. Chi prenderà il comando non potrà che fare le cose fatte bene, perché la città non vede l'ora di rendere tutti orgogliosi. Chi arriverà avrà un compito importante
Cosa significa per te Taranto?
"Significa tanto. E' stata una delle poche piazze dove mi hanno dimostrato subito affetto. Ho avuto la fortuna, ovunque sono andato, di trovare persone importanti e di farmi voler bene in tutte le piazze. Taranto però per me ha un significato particolare, ha fatto parte della mia vita. Tre anni fa ho giocato lì, l'anno scorso ho giocato a Francavilla, ma abitando a Taranto. Ho rafforzato i rapporti, conosciuto altre splendide persone. Sarà per sempre un pezzo importante della mia vita e per la mia famiglia, anche qualora non dovessi più giocare lì. E' un'altra casa in cui andare".
