Salernitana, con 50 milioni di introiti si poteva far meglio sul mercato. Mancano ancora 3 tasselli
Salernitana, i conti...non tornano. Se non ora quando, verrebbe da chiedersi, visto che raramente capita di incassare oltre 50 milioni di euro in due mesi e mezzo tra paracadute, diritti televisivi, botteghino, cessioni, riscatti, convocazioni per l'Europeo e marketing. Senza dimenticare che il monte ingaggi si è drasticamente ridotto, scendendo a 16 milioni di euro lordi. Sotto questo aspetto, è stato fatto in pieno quando la società aveva chiesto al proprio direttore sportivo: rivoluzione totale della rosa, spogliatoio "bonificato" dopo la pesante e brutta retrocessione della passata stagione e tifosi che possono sostenere nuovi calciatori dopo la frattura insanabile con quelli della vecchia gestione che hanno salutato l'Arechi tra fischi e cori di disapprovazione. E, ad onor del vero, almeno sulla carta la Salernitana ha un undici tipo rispettabile per la categoria: Ferrari, Stojanovic, Jaroszynski, Amatucci, Soriano, Verde, Braaf e Torregrossa sono giocatori che hanno grossa esperienza e che, in passato, hanno anche vinto campionati in questa categoria. Tuttavia è evidente che, con tanti soldi a disposizione e un obbligo morale di lottare da subito per riportare i granata in A, si potesse fare qualcosa di più rispetto ad un ritiro a Rivisondoli con un gruppo totalmente diverso da quello attuale. In primis c'è dunque da fare i conti con il ridimensionamento societario. Iervolino, dopo aver promesso la zona sinistra della classifica in massima serie e sognato il tandem Cavani-Mertens in attacco, ha limitato gli investimenti chiedendo anzitutto di ripianare le perdite e garantire un'autosostenibilità economica senza dover sempre ricapitalizzare. E il patron ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente assegnando la carica al dottor Busso della Gabetti Sport, portando avanti contestualmente fitte interlocuzioni per la cessione della Salernitana. Non un quadro propriamente incoraggiante, situazione di incertezza che ha costituito un ostacolo alle varie trattative soprattutto nel mese di giugno, con Vandeputte, Coda e Tutino ad un passo dalla firma prima del dietrofront e dell'interruzione dei contatti con la Brera Holdings, fondo americano da tempo desideroso di entrare nel calcio ma che evidentemente non fornì le garanzie necessarie.
Ma, al netto di paletti e discussioni anche accese, il ds Petrachi poteva far meglio? La risposta è sì. Nessuno discute i meriti sulle cessioni, in fondo se la Salernitana ha introitato milioni su milioni risparmiando sui cartellini e sugli stipendi lo deve al lavoro del direttore sportivo. Al tifoso, però, interessa il vlaore della rosa e non entrare nel merito di bilanci e plusvalenze e, sotto questo aspetto, sussistono tanti dubbi. A partire dalla difesa, con Velthuis, Njoh, Ruggeri e Gentile che non sembrano pronti per giocare dall'inizio e un centrale forte che andava preso a prescindere dal destino di Daniliuc, girato al Verona alle 23:55 dell'ultimo giorno di mercato senza avere una alternativa pronta e senza garantirsi un guadagno. "Chi lo vuole deve cacciare i soldini" disse Martusciello, il ds nei fatti lo ha "smentito". Numericamente scarno anche il centrocampo, con Adelaide che rientrerà tra un mese, Soriano già due volte ai box per problemi fisici, Tello che non è partito benissimo e Maggiore che resterà con la consapevolezza di dover andar via a gennaio come testimoniato dal contratto firmato - e depositato in ritardo - per la cessione al Venezia. "Serve un vice Amatucci" ha detto Martusciello, anche in questo caso non è arrivato.
E non c'è in rosa un centrocampista di quantità, fondamentale quando hai una idea di calcio offensiva e devi avere le spalle coperte. In avanti tanti calciatori sulle fasce ma un terzetto offensivo che non esalta. Simy fa fatica, Torregrossa è reduce da un triennio non prolifico (e anche lui ha subito diversi infortuni), poi c'è la scommessa Wlodarczyk che andrà valutata sul campo. In sintesi: formazione discreta per la B, ma con qualche vuoto numerico in due reparti su tre e la scelta della società di non provare da subito il ritorno in A con incassi che, certo, non ci saranno tra un anno visto che si è patrimonializzato al massimo ora e ci si ritroverà a giugno con una rosa, di fatto, da ricostruire di nuovo. Per ora pare non si voglia intervenire sul mercato degli svincolati, ma un difensore centrale, un centrocampista e un attaccante servirebbero come il pane. Ci saranno risorse e volontà per completare un organico che, con pochi ritocchi, può guardare - stavolta sì - la zona sinistra della classifica in un torneo senza nessun avversario imbattibile?