Toni su Guardiola a Brescia: "Mi colpì la sua umiltà. Prima o poi lo riportiamo in Italia"

In un'intervista a La Gazzetta dello Sport, Luca Toni ha raccontato di Pep Guardiola e della comune esperienza a Brescia: "Mi viene in mente Mazzone che si rivolge a Pep dicendogli: “Io non ti volevo”. Schietto, ma divertente: alla Carletto. Mazzone aveva dato la parola a Giunti che avrebbe puntato su di lui in mezzo al campo e per questo accolse Pep così. Dopo il primo allenamento di Guardiola, aveva capito che si sarebbe dovuto scusare con Giunti. Prima che un allenatore, era un padre: gli volevamo bene tutti".

Un campione in una squadra di provincia, ma con l'atteggiamento giusto: "Mi colpì l’umiltà di Guardiola.“Luca, posso restare in campo a farti qualche cross?” Quasi non ci credevo: se lo chiedi a un ragazzino della Primavera, magari sbuffa. Pep si era offerto a fine allenamento e parliamo di uno che aveva vinto tutto a Barcellona. Sono stato zitto qualche secondo, poi ho risposto a modo mio: Grazie Pep, però mettila bene, altrimenti io il gol non lo faccio...".

Chiusura con la questione del falso nueve: "Era una battuta, mi hanno preso troppo sul serio. Piuttosto a Pep ho detto: “Non ti annoi a vincere sempre, senza mai una critica o un esonero? Vieni in Italia, almeno dopo una partita andata male qualche fischio lo prendi”. Si è messo a ridere, come tutta la sera. Non so dove, ma prima o poi ci riusciamo a riportarlo qui... Sarà più dura convincere Baggio a fargli da vice: mi sembra distaccato dal calcio".