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Gravina annuncia: "Mi ricandido alla presidenza della FIGC. Mi volevano far desistere"

Gravina annuncia: "Mi ricandido alla presidenza della FIGC. Mi volevano far desistere"TUTTO mercato WEB
ieri alle 23:30Serie A
di Daniel Uccellieri

Gabriele Gravina ha deciso di ricandidarsi per la presidenza della FIGC. Lo ha detto lui stesso in un'intervista concessa al Corriere della Sera: "Mi ricandido. Non è stata una decisione facile, ma molto ponderata. Certe forme di aggressione che ho ricevuto nelle ultime settimane, e che non hanno precedenti in un Paese civile come l’Italia, non mi hanno impedito di andare avanti. Si è fatto di tutto per indurmi a non candidarmi. Ma non mi conoscono. Ho la capacità e la serenità di andare a testa alta e la coscienza a posto. Non ho commesso nessun reato. Sono rispettoso delle leggi e sono pronto a sottomettermi al giudizio della giustizia italiana. Però è inaudito tutto quello che mi sta accadendo. La Procura di Perugia, il Gip e il Riesame di Roma certificano che sono stato vittima di attività di dossieraggio illecita portata avanti da personaggi che hanno malanimo verso di me. Nonostante questo, si è imbastito un processo mediatico che mi lascia molto perplesso".

Il presidente Gravina, tra l'opzione di fare un passo indietro o avanti, ha scelto la seconda. Interrogato sul perché di questa decisione, ha spiegato: "Sono stato tentato più volte di chiudere il mio impegno in FIGC e l’avevo confidato ai responsabili delle componenti che mi hanno sempre sostenuto. Tuttavia, avevo un impegno morale con loro. Bisogna completare un percorso condiviso. È stata una scelta sofferta, non facile, ma responsabile".

Riguardo all'inchiesta penale aperta, un argomento che rende il momento della candidatura delicato, Gravina ha ammesso di averci riflettuto attentamente: "Il pm ha già fatto per due volte richiesta di sequestro dei beni, e per due volte è stata rigettata. Sul piano giudiziario ne sono uscito indenne, eppure sono stato infangato".

Quando gli viene ricordato che l’indagine è ancora in corso, con la possibilità di un rinvio a giudizio, il presidente si è mostrato fiducioso: "Ho piena fiducia nella giustizia e sono certo che questa colata di fango si esaurirà. Lo Statuto prevede che non ci si possa candidare solo in caso di una condanna definitiva superiore a un anno. Per ora non c’è neppure una conclusione dell’indagine. Sono una persona perbene, che ha dato molto al calcio e vuole continuare a farlo".

Ma cosa succederebbe se il finale dell’inchiesta non fosse a suo favore? Gravina non si è sottratto alla domanda: "Parliamo di una vicenda che, se dovesse andare avanti, porterebbe una sentenza tra anni, anche se spero di chiuderla prima. Il reato di auto-riciclaggio è completamente infondato. Rinunciare alla candidatura significherebbe fare il gioco di chi mi vuole male. Le componenti che mi supportano sono consapevoli dei rischi e mi hanno detto di andare avanti. Non ho nulla da temere e non accetto che qualcuno diffonda documenti falsi".

Il rapporto con la Serie A e le riforme
Cinque componenti della Federazione sono al suo fianco, ma manca ancora il supporto della Lega di Serie A. Gravina non sottovaluta questo punto: "La Serie A è importante. Nel mese che manca alla scadenza del deposito delle candidature, lavorerò con i presidenti rispettando le loro priorità. Non faccio una questione di numeri, altrimenti potrei dire che l’82% vota Gravina e il 18% non si sa. Voglio invece condividere il percorso con la Lega di A e con tutti gli altri".

Alla domanda su come la Lega di Serie A affronterà il tema della sua candidatura, Gravina ha risposto: "Più di qualcuno, anche figure influenti, ha espresso consenso nei miei confronti. Tuttavia, è giusto che si concentrino prima sulla scelta della loro governance. La Lega di A ha ottenuto, grazie al nostro intervento e non a una legge dello Stato, un’ampia autonomia. Credo che discuteranno della candidatura solo una volta risolte le loro questioni interne".

Sulle critiche ricevute per la riforma dello Statuto riguardante autonomia e rappresentanza, il presidente ha difeso il lavoro svolto: "Abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile. Siamo andati oltre lo Statuto della Premier League, che prevede un diritto di veto: io l’ho tolto. La Lega aveva un peso minore, ora è leader tra quelle professionistiche. Lo hanno capito anche i presidenti che hanno deciso di non impugnare la riforma".

La possibile candidatura di Del Piero
Infine, sul nome di Alessandro Del Piero, emerso come possibile sfidante, Gravina si è mantenuto cauto:
"Non entro nel merito. Alex è stato un grande campione, ha dato molto al calcio mondiale e alla maglia azzurra. Ho provato a coinvolgerlo in Federazione, ma i suoi impegni lo hanno sempre portato lontano. Però ci vuole qualcuno che ti candidi. E questo vale anche per lui".

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