Sassuolo, Cragno: "Ho tanta voglia di fare, tanta voglia di rimettermi in gioco"
Alessio Cragno, tra i nuovi arrivi in casa Sassuolo, ha parlato così ai microfoni di SassuoloChannel della nuova avventura in neroverde, iniziata da poche settimane: "Ho iniziato a 16 anni nelle giovanili del Brescia, forse è un'età limite perché rischi che sia troppo tardi per affacciarti a un settore giovanile di una società professionistica, ma è stata un'esperienza bella. Vivevamo in convitto con 20-25 ragazzi di tutte le età ed è stata un'esperienza bella che ti fa crescere perché devi diventare autonomo, è vero che ti aiutano però le cose le devi fare da solo e devi iniziare ad arrangiarti".
L'esordio?
"L'esordio assoluto tra i grandi è stato contro il Modena, era una infrasettimanale se non sbaglio. Io ho saputo dalla riunione tecnica, un'ora e mezza prima della gara, che avrei giocato perché Arcari, il portiere titolare aveva avuto un problema alla schiena e di punto in bianco mi sono ritrovato dall'essere tranquillo e comodo in panchina a dover giocare. Forse questa è stata anche la fortuna perché non hai avuto modo di pensarci più di tanto, ti sei ritrovato dalla riunione tecnica al pullman, dal pullman al campo nel giro di un quarto d'ora e non hai avuto il tempo di stare a pensare, via il dente e via il dolore".
L'esordio in A?
"Anche l'esordio in A si collega all'esordio assoluto perché Zeman dava la formazione allo stadio, l'ho saputo ancora più tardi. È stata un'emozione che si realizza dopo, in quel momento c'è l'adrenalina, la felicità del momento. Mi pare fosse anche l'anno che hanno fatto le 10 vittorie di fila, c'era lo stadio pieno contro una Roma fortissima, è stata un'emozione fortissima che mi porto dentro".
L'esordio in Nazionale?
"L'esordio in Nazionale è stato un po' più particolare rispetto agli altri esordi perché è veramente un sogno che si realizza, che hai sin da bambino, poter indossare la maglia della Nazionale e poi quella italiana che è una delle più forti in assoluto, anche per storia. È stata una bella emozione, una bella serata e un bel ricordo".
Qual è il tuo ricordo più bello nel calcio sin qui?
"Il ricordo più bello in assoluto forse è stato l'anno del ritorno a Cagliari, l'anno in cui ci siamo salvati praticamente all'ultima giornata, il 2018/2019. Quell'anno lì forse mi ha dato la consapevolezza di poter stare in Serie A, prima l'avevo solo assaporata, avevo giocato 6 mesi, poi l'anno prima ero andato a Benevento. Dopo i prestiti in B, essere tornato ed essersi salvato in A col Cagliari è stata la consapevolezza che potevo fare il portiere in Serie A".
Che rapporto hai con i preparatori?
"Onestamente ringrazierei tutti i miei preparatori, li ho conosciuti in vari momenti e ognuno in quel momento mi ha aiutato a crescere e a migliorare: da Violini che è stato il primo che ho avuto dai 16 ai 18 anni con cui mi sono affacciato in prima squadra e a cui penso di dover molto, a Dei, a Orlandoni, a Bressan, sono stati tutti importanti nel loro momento per la mia crescita".
Qual è l'episodio che ricordi maggiormente del tuo ritorno a Cagliari?
"Un episodio che ricordo al mio ritorno a Cagliari è stato il rigore parato a Perotti. Nessuno ci era riuscito, il preparatore Dei aveva studiato tanto il rigorista e come poter provare a parare il rigore ed esserci riuscito è stata una bella soddisfazione".
Il Monza?
"Lasciare Cagliari non è stato facile per il rapporto che si era creato con la città. Mia moglie è di Cagliari, i miei figli sono nati a Cagliari, avevo passato 7 anni a Cagliari. Poi c'è stata l'esperienza di Monza che a livello personale non è stata positiva perché non ho trovato spazio ma anche quello penso che mi abbia aiutato a crescere, mi sono ritrovato ad affrontare una situazione diversa, mi è servito".
Quando c'è stato il primo approccio con il Sassuolo cosa hai pensato?
"La prima volta che c'è stato un contatto con il Sassuolo, io speravo che si potesse concretizzare la cosa. È stata una cosa partita un po' più da lontana, anche se si è fatta velocemente. Ho aspettato, speravo che prima o poi si concretizzasse".
Con quali ambizioni arrivi in neroverde?
"Ho tanta voglia perché la stagione scorsa non è stata positiva per me. Ho tanta voglia di fare, tanta voglia di rimettermi in gioco e di dimostrare che quella dell'anno scorso è stata un'esperienza sfortunata".
Com'era affrontare il Sassuolo da avversario?
"Quando affrontavi il Sassuolo da avversario sapevi che ti toccava correre, anche se io faccio il portiere, però sapevi che la palla ce l'avevano spesso loro e che era difficile togliergliela. Era però una bella sfida che ti dava la carica per affrontarla perché sapevi che sarebbe stata una gara divertente da giocare".
Qual è stata la prima impressione sul Sassuolo?
"La prima impressione è stata ottima. Mi è sembrato di arrivare in una famiglia, non solo per lo spogliatoio che è composto da ottimi e bravissimi ragazzi, ma anche per il rapporto che c'è con lo staff, i magazzinieri, si vede che tutti ci tengono a Sassuolo ed è una cosa che fanno con piacere oltre che per lavoro, penso sia un aspetto importante che ti aiuta a tirare fuori quel qualcosa in più".
Contro il Parma in amichevole la tua prima da titolare...
"Non fa mai piacere perdere e per un portiere prendere gol è sempre un dispiacere, a prescindere dal risultato, ma penso che queste partite servano per capire dove lavorare ancora, capire cosa migliorare per arrivare pronti alle partite dove il risultato conta sul serio. Ben vengano gli errori e quelle cose fatte un po' meno bene che ci permetteranno di approfondire il tema, sistemare e correggere in vista delle partite future".
Cosa pensi di Buffon?
"Non so cosa aggiungere sull'addio di Buffon. È stato IL portiere per quelli della mia generazione, perché da quando mi ricordo le partite in tv c'era lui. Lui con ottimi risultati e grandissime partite, penso sia stato l'idolo e l'ispirazione per molti. C'è solo da ringraziarlo e da fargli i complimenti per quello che ha fatto per il calcio e per il ruolo del portiere".
Com'è cambiato il ruolo del portiere?
"Il ruolo del portiere è cambiato tanto. Ora a un portiere si chiede tutto: che pari, che esca, che imposti, che segua l'azione, che faccia il difensore. Chiaramente è importante perché se il gioco del calcio si evolve è importante che i ruoli vadano di pari passo. La cosa fondamentale è che il portiere pari, però è normale che se insieme alle parate riesce ad aggiungere qualcosa che aumenti il valore suo e che possa dare qualcosa in più alla squadra è giusto che uno ci provi".
Che rapporto hai con i social?
"Con i social ho un rapporti minimo. Ho i più importanti, li uso poco. Ogni tanto mi capita di postare delle foto ma non ne faccio tutto questo grande utilizzo, è più facile che ogni tanto posti qualche foto di qualche giornata in famiglia, la solita foto del calcio con la solita didascalia lascia il tempo che trova, preferisco sia anche di famiglia che è sempre importante".
Un saluto ai tifosi...
"Un saluto a tutti i tifosi del Sassuolo. Vi aspetto allo stadio. Neroverdi siamo noi: un saluto a tutti. Fate l'abbonamento, venite, vi aspettiamo!".