Samaden: "La Juventus dimostra che con le seconde squadre si rientra degli investimenti"
Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell'Atalanta con un lungo trascorso in quello dell'Inter alle spalle, ha parlato al convegno sul calcio giovanile 'A proposito dei giovani' da Tolentino. Queste le dichiarazioni raccolte da Tuttomercatoweb.com: "Negli ultimi anni abbiamo accumulato notevole ritardo rispetto alle altre realtà europee: c'è tanto di buono ma anche tanto da fare o rischiamo di accumulare ritardo e non riuscire a rispondere con progetti e sviluppo ai cambiamenti socio-culturali che vedono le nuove generazioni avere altre opportunità e avvicinarli a calcio e sport, che sono fattore importantissimo nella formazione. I ragazzi oggi sono più attratti da cose virtuali, noi adulti dobbiamo rispondere alle loro esigenze".
Perché si fatica a vedere risultati nei club con gli stessi giovani che tanto bene fanno con le Nazionali Under?
"I fattori sono tanti, è evidente che abbiamo un problema come lo sono altrettanto i grandi risultati delle Nazionali giovanili, grazie al grandissimo lavoro di Viscidi e alle selezioni, alle capacità strategiche dei nostri allenatori. Però è inevitabile dire che ragazzi della stessa età dei nostri mentre facevano l'U17 magari giocavano l'Europeo dei grandi mentre".
Tema seconda squadre, siete solo voi, la Juventus e il Milan.
"Il progetto è partito da diversi anni e oggi siamo fermi a tre, sarebbe interessante capire perché tutte queste difficoltà. Nel momento in cui investi nel settore giovanile, credo sia assurdo non avere la seconda squadra. Soprattutto per chi combatte al vertice in Serie A. Non credo sia un discorso economico, perché la seconda squadra crea valore: nel giro di pochi raddoppi o triplichi quanto investi, la Juventus ne è la dimostrazione. È come comprare azioni che sai già che dopo dieci anni varranno tre volte di più, vorrei capire perché tanti presidenti e dirigenti non ritengano di investire mentre magari si riempiono la bocca coi giovani".
Un bilancio dopo la prima stagione all'Atalanta?
"Sono stra-felice, non era banale cambiare. Sono in una società che crede nei giovani, con una società sul pezzo ogni giorno che dà a una figura come la mia la possibilità di lavorare nelle migliori condizioni e di godere di grande considerazione. Il lavoro non finisce col settore giovanile: ogni responsabile vorrebbe un allenatore di prima squadra come Gasperini, per l'attenzione e le opportunità che dà".