Roma, un problema chiamato Smalling. Da insostituibile a fantasma, ora Mourinho vuole un altro centrale
Quattro mesi di assenza pesantissima per la Roma, per Josè Mourinho, per tutti gli equilibri difensivi faticosamente costruiti l'anno passato dal tecnico portoghese nella seconda parte di stagione, quella che ha portato la squadra giallorossa alla seconda finale europea nel giro di 24 mesi. Chris Smalling continua ad assistere ogni match dalla tribuna essendo indisponibile per infortunio, con numeri che mai ha raggiunto nella sua carriera, benché costellata di problemi fisici.
Quest'anno il centrale inglese, nonché leader difensivo della squadra, finora è riuscito a collezionare solamente 245’ in tre partite giocate, un'assenza incalcolabile per il modo di giocare della Roma, che ha perso un altro giocatore importantissimo, ma per ragioni di mercato, come Ibañez, senza riuscire a trovare in Ndicka un sostituto in grado di dare le stesse certezze del brasiliano, come spiegato anche da Mourinho in diverse conferenze stampa.
E se per Smalling le frecciatine del portoghese sono frequenti, non c'è ancora una data certa circa il suo effettivo rientro in campo: ecco perché si è parlato con insistenza di Bonucci e fatto il nome di tanti centrali che potrebbero arrivare nella Capitale a gennaio. Per Mourinho è fondamentale avere, anche solo per una questione numerica, un altro centrale di esperienza che possa aiutare il terzetto difensivo a ritrovare determinate certezze. Il tutto senza esborsi particolari, in ossequio agli accordi stipulati con l'UEFA per il Fair Play Finanziario. Un bel rebus, che spetterà ancora una volta a Pinto risolvere.