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Pruzzo: "Totti come Antognoni, alle proprietà straniere non interessa nulla delle bandiere"

Pruzzo: "Totti come Antognoni, alle proprietà straniere non interessa nulla delle bandiere"TUTTO mercato WEB
© foto di Mourad Balti Touati/Photoviews
venerdì 13 settembre 2024, 11:08Serie A
di Alessio Del Lungo

Non è mai banale nelle sue dichiarazioni Roberto Pruzzo, ex attaccante della Roma, che a Il Messaggero ha parlato delle dichiarazioni di Francesco Totti, che ha spiegato come per gente come lui e Del Piero sia difficile avere un ruolo operativo nei club che hanno contribuito a rendere grandi: "Rimango perplesso perché quando si accostano questi nomi alle società attuali sento dire: 'Eh, ma non parla l’inglese’, eh, ma non ha studiato’, dimenticando la competenza calcistica. Per me, questa, rimane fondamentale. Poi mi rendo anche conto che forse sono superato come mentalità. Perché le nuove proprietà, soprattutto quelle straniere, hanno poca voglia di mettersi dentro personaggi come Francesco che potrebbero fargli ombra. Delle bandiere non gli interessa nulla. Se posso, c’è il caso di Antognoni alla Fiorentina che spiega molte cose".

Pruzzo prosegue: "Giancarlo può essere paragonato in qualche modo a Totti, per quello che ha rappresentato a Firenze. Eppure ad un certo punto, alla Fiorentina hanno deciso di fare per conto loro. Il potere l’ha preso il compianto Joe Barone e Antognoni non ha più deciso nulla. Gli hanno offerto un ruolo secondario di andare ad osservare i giovani calciatori negli USA e lui ha detto: 'No, grazie'. Oggi funziona così. Per carità, è lecito. Perché è la proprietà che mette i soldi e decide a chi affidarsi. Ma non perché Antognoni era ingombrante, ma semplicemente perché vogliono decidere di testa loro. Però poi perdi competenza, conoscenza, e nemmeno te ne rendi conto".

Pruzzo sostiene che manchi la figura di raccordo tra la società e De Rossi: "Un allenatore non può fare tutto. Ora non so se De Rossi è realmente un parafulmine come ha detto Francesco. Di certo è anomalo che debba essere sempre lui in prima linea. Ma il ds? Perché non parla? Quando giocavo io era diverso, c’era il Barone (Liedholm, ndr) e il Presidente (Viola, ndr), stop. Ma era un altro calcio, non si possono fare nemmeno dei paragoni anche se le posso assicurare che le cose funzionavano. E qualcosa vincevamo".

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