Pres. Cadiz: "La Lazio di Baroni mi è piaciuta. Ecco com'è andata con Luis Alberto"
Un gol di Noslin sabato scorso ha permesso alla Lazio di espugnare l'Estadio Nuevo Mirandilla, aggiudicandosi la settantesima edizione del Trofeo Ramón Carranza contro i padroni di casa del Cadiz. Una sfida che TuttoMercatoWeb.com ha avuto il piacere di commentare in elusiva con Manuel Vizcaíno, presidente dei Gaditanos ormai da luglio 2014. "Il Trofeo Carranza è il più importante trofeo rimasto in Spagna e forse anche a livello internazionale. Il calcio è cambiato, ma tutti i giocatori più importanti della storia sono venuti a giocare questo torneo qui a Cadice. La Lazio è una squadra europea di alto livello e con la loro partecipazione abbiamo cercato di essere allo stesso livello. I biancocelesti hanno affrontato la partita con la stessa serietà che aveva per noi. È stato un giorno importante".
Nella Lazio fino a qualche settimana fa giocava un calciatore più volte accostato al Cadiz: Luis Alberto. C'è mai stata una trattativa vera e propria?
"Luis Alberto è un ragazzo che ha più che dimostrato le sue capacità in carriera. Ha sempre lottato contro tutto e tutti. In Qatar gli è stata data un'opportunità che normalmente i giocatori non scelgono quando vanno via. Col Cadiz ci sono state conversazioni informali e lui ha sempre dimostrato il suo affetto per il nostro club, ma non c'è stato altro".
Della Lazio di Baroni invece che idea si è fatto?
"Mi è piaciuto molto l'approccio al calcio della Lazio, soprattutto nel secondo tempo. I biancocelesti hanno giocatori molto dinamici che cercano sempre il gol. Penso anche al Taty Castellanos, che aveva già dimostrato nella Liga il livello a cui può giocare".
Com'è ripartito infine il suo Cadiz dopo la retrocessione?
"Il Cadiz è una squadra che negli ultimi trent'anni è stata quasi sempre in terza divisione. Negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato a un progetto che si sta consolidando e che ci ha portato a trascorrere quattro anni in Prima Divisione, il secondo periodo più importante del club a livello sportivo. Abbiamo avuto la sfortuna di retrocedere, ma questo ci deve aiutare a ricostruire un progetto basato sul sistema giovanile e sul credere che lo spogliatoio sia una famiglia al di sopra delle individualità. La nostra strategia è quella di vendere per crescere, perché ci sono molti club controllati da multinazionali. Per sopravvivere dobbiamo avere molta fantasia e puntare tutto su di noi".