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Parma, ecco Keita: "Sulla maglia avrò scritto Mandela. Sono pronto al 100%"

Parma, ecco Keita: "Sulla maglia avrò scritto Mandela. Sono pronto al 100%"TUTTO mercato WEB
mercoledì 4 settembre 2024, 17:30Serie A
di Simone Bernabei

Mandela Keita, ultimo scintillante acquisto del Parma, ha parlato nel giorno della sua presentazione come nuovo giocatore crociato. Queste le sue parole riportate da ParmaLive:

Cosa ti ha fatto scegliere Parma?
"Ad essere onesto, il club si era già interessato a me tempo fa e questa cosa mi ha fortemente lusingato. Il Parma è una squadra molto forte con una storia di tutto rispetto. Oltre a ciò, anche l’allenatore e il direttore sportivo mi hanno dato fiducia e incoraggiato in questa scelta. Mi è piaciuta molto la mentalità positiva del club e che credo sia necessaria per giocare in un campionato difficile come la Serie A. Se continuiamo a lavorare bene, potremo ottenere grandi risultati. Ho scelto il numero 16 perché era ancora a disposizione e non ce n’erano tanti: è un bel numero, spero mi porti fortuna e mi consenta di fare bella figura in campo”.

Sei pronto per giocare?
"Sono un calciatore che ama lavorare sodo per contribuire positivamente al successo della squadra e per consentirle di raggiungere il più alto livello possibile. Sono veloce, agile, scattante, in grado di recuperare palla e sicuro nei contrasti. La mia condizione fisica? Mi sento pronto al 100%. Ho giocato l’ultima gara con l’Anversa e mi sento pronto sia a livello fisico che psicologico. Non vedo l’ora di iniziare”.

Hai un nome importante, Mandela.
"È un nome importante, ho scelto di usare questo sulla maglietta da gara e lo porto con grande orgoglio. È un nome che dice tutto ed è stato scelto da mia mamma, la quale mi ha cresciuto da sola ricordandomi di non arrendermi e combattere sempre, ma con grande umiltà e coi piedi per terra. Così ha fatto lo stesso Mandela, il quale ha portato il rispetto per gli altri come principio fondante”.

Sei nato lo stesso giorno dell'ultima Coppa Italia del Parma. Quali sono i tuoi obiettivi?
"È vero, in quel giorno il Parma batteva 1-0 la Juventus e vinceva l’ultima Coppa Italia, ho notato questa cosa il giorno che ho fatto le foto ufficiali: sembra un segno del destino. Per quanto riguarda i miei obiettivi personali, il primo è aiutare la squadra a crescere, fare ciò che l’allenatore mi chiederà, migliorare a livello personale e contribuire al miglioramento dello squadra giocando quanto più possibile. La squadra sta mostrando un buon calcio, l’abbiamo visto nelle prime partite di campionato. Da quando sono arrivato qui ho percepito delle vibrazioni positive e ho notato un bel gioco. Continuerò a lavorare sodo tenendo i piedi per terra e con grande umiltà”.

Pensi Parma possa aiutarti a tornare in Nazionale?
"Sicuramente tornare a giocare qui è tra i miei desideri. La mia Nazionale è un buon gruppo, ha un ottimo allenatore e a maggior ragione trovo importante mostrare quanto valgo qui a Parma, lavorando sodo e facendo il mio meglio per aiutare la squadra a raggiungere i propri risultati. Credo che questi siano già dei buoni presupposti per tornare a giocare in Nazionale”.

Quali sono i tuoi idoli?
"Mi piace il Barcellona, sono un grande tifoso. Già da bambino era una delle mie squadre preferite e il mito all’epoca era Ronaldinho, non solo il mio ma di tanti. Se penso al calcio di oggi, citerei due calciatori in particolare: N'Golo Kanté e Frank de Jong. Non voglio diventare la loro copia, mi piacerebbe prendere alcune caratteristiche dell’uno e dell’altro per migliorare e arrivare a livelli più alti. Mi auguro che l’allenatore mi aiuti a migliorarmi, che sia ispirandomi a uno o all’altro non importa”.

Conosci Van Bommel che è stato il tuo allenatore e ha giocato in Italia e hai affrontato Suzuki in Belgio.
"Suzuki non l’ho ancora incontrato perché è via con la Nazionale ma posso dire, scherzosamente, che contro di lui ho sempre vinto. Credo sia un ottimo portiere con ottimi riflessi e ora, giocando nella stessa squadra, non ci sarà neanche più rivalità. Con Mark Van Bommel abbiamo parlato dell’Italia ed è stato bello lavorare con lui: ha ricoperto il ruolo di centrocampista e mi ha aiutato a crescere, anche con piccoli suggerimenti. Rispetto al campionato italiano mi ha detto che qui bisogna lavorare sodo, dare tutto quello che si ha ed essere intelligenti ed astuti perché non è un campionato semplice. È stato un onore lavorare col mister e ricevere i suoi suggerimenti”.

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