L'ex Juve Giandonato: "Cannavaro mi disse: 'Non temere: siamo esseri umani'"
Nel corso dell'intervista a TuttoJuve.com, Manuel Giandonato, cresciuto nella Juventus tra Primavera e prima squadra fra il 2005 e il 2011 ed oggi alla Fermana in Serie D.
Ecco alcuni aneddoti che ha raccontato sul passato a Torino: "Il mio ricordo più bello in bianconero? Il primo allenamento con la prima squadra. Arrivai a quel momento imbarazzato e intimorito, normale esserlo vista la presenza di campioni di quel calibro. Cannavaro arrivò da me, si presentò e mi disse: "Tranquillo, siamo anche noi degli esseri umani". Penso che Fabio sia stato l'emblema del campione e del ragazzo d'oro, in grado di andare da un ragazzino di 17 anni e di farlo sentire a casa sin da subito". Poi un ricordo che è decisamente particolare: "Ovviamente non potrò mai dimenticare l'esordio contro il Livorno e il gol su punizione all'Old Trafford (nel 2011, nel match di addio di Gary Neville, ndr)".
Qual è stato l'insegnamento più importante che le ha lasciato la Juventus?
"Sono cresciuto a Torino dai 13 ai 19 anni. La Juve è stata per me una seconda famiglia. Ricordo la grande attenzione ai voti scolastici e al nostro comportamento fuori dal campo. E in campo, ho imparato ad arrivare un'ora prima e ad andare via una dopo, insegnamenti che mi porto dietro da allora e che hanno caratterizzato la mia carriera".
Cosa ricorda invece di quel gol a Manchester?
"Fu una grande emozione che sul momento nemmeno riuscii realizzare. E la mia esultanza incredula credo dica tutto ancora oggi a distanza di anni".
Cosa c'è invece nel suo imminente futuro?
"Ora sono in cerca di squadra, dopo l'ultimo anno con la Fermana. Arrivo da dieci gol in due stagioni, sto bene ho 32 anni e ho ancora voglia di giocare. Un giorno vorrei provare a intraprendere la carriera da allenatore e capire se potrà essere davvero la mia strada".